Ieri mattina, in piazza Vittorio Emanuele a Massafra, Mimmo Convertino del "Comitato per la salvezza del fiume Tara" ha guidato un incontro pubblico per denunciare i rischi ambientali e sanitari legati al progetto del nuovo dissalatore sul fiume Tara. L’opera, secondo il comitato, comporterebbe la distruzione del corso d’acqua e aggraverebbe una situazione ecologica già compromessa.
L’appuntamento ha riunito cittadini, attivisti e rappresentanti di altri comuni limitrofi per discutere anche del possibile raddoppio dell’inceneritore esistente e della costruzione di un opificio per il trattamento di fanghi tossici. Tutti progetti che, per Convertino, rappresentano una minaccia diretta alla salute pubblica e all’equilibrio ambientale del territorio.
«Ogni giorno qui si muore di gravi affezioni polmonari e tumorali, anche tra i bambini - ha dichiarato Convertino- Proprio ieri, giornata dell’AIL dedicata alla lotta contro le leucemie, ribadiamo il legame tra malattie e inquinamento. La salute dei nostri figli non è negoziabile».
L’incontro ha assunto anche un tono politico. Secondo Convertino, si sta delineando a Massafra una sorta di “guerra tra due grandi fronti”: da un lato chi sostiene logiche partitiche e industriali che ignorano la condizione reale del territorio; dall’altro, chi difende l’ambiente e chiede un modello di sviluppo diverso, partecipato e sostenibile.
La mattinata si è conclusa con un impegno concreto: nei prossimi giorni sarà organizzata una trasferta a Bari per consegnare le firme raccolte contro il dissalatore. Un’azione simbolica ma determinata, per far sentire la voce di un’intera comunità che dice no all’ennesimo scempio ambientale.
«Noi continueremo questa battaglia fino in fondo», ha promesso Convertino.
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