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LA CONSEGNA DELLE CHIAVI – LO SAPEVATE CHE…

LA CONSEGNA DELLE CHIAVI – LO SAPEVATE CHE… LA CONSEGNA DELLE CHIAVI – LO SAPEVATE CHE… | © n.c.

Vi proponiamo un interessantissimo testo di Espedito Jacovelli, datato 1963, tratto dalla monografia "S. Maria della Scala di Massafra", che vi farà scoprire tradizioni ormai desuete.




Il rito della "consegna delle chiavi" si ripete ogni anno da oltre due secoli alla prima domenica di maggio, quando la statua della Madonna della Scala arriva alle porte del paese. La cerimonia trae origine dall'elezione della Madonna a Patrona di Massafra nel 1776.
Dal Santuario, dopo la Santa Messa, muove la statua settecentesca, portata a spalla a turno dai devoti, detti muschieri. Precedono la statua altri fedeli in processione, il Rettore del Santuario col gruppo dei deputati (il Comitato al completo). A seguire il pallio, la banda ed i fedeli, in gruppo, che recitano preghiere e litanie.
Contemporaneamente sarà partito dal Palazzo di Città altro corte formato dal Sindaco, dal Consiglio e Giunta con gonfalone comunale, dalle Autorità e Notabili del paese, dalle Associazioni con bandiere e dal Corpo dei Vigili Urbani in alta uniforme. Il più anziano di essi regge un cuscino di seta con le due chiavi da consegnare alla Madonna, una d'oro (quella che apre la porta del Cielo) e l'altra d'argento (simbolo del Patronato di Maria SS. Sulla città).
Dinanzi alla Chiesa di San Benedetto, alle Autorità cittadine si unisce il Vescovo col Capitolo, i Frati Minori, le Confraternite e le Associazioni Cattoliche.
Il Corteo, accompagnato da altri complessi musicali e da una gran folla, percorre la Strada Maggiore e raggiunge il largo della Croce.
Qui i due cortei si incontrano e la Vergine Santissima viene deposta sul palco appositamente eretto, sul quale prendono posto il Vescovo ed il Sindaco. Anticamente al di sopra del palco veniva innalzato un arco trionfale. Il Sindaco parla al popolo, ricordando la speciale protezione della Vergine, consegnano al Vescovo le simboliche chiavi della città, per offrirle alla Madonna in segno di sudditanza. Il Vescovo, tra la commozione generale, esegue l'offerta, implorando le benedizioni celesti.
La processione poi si snoda solennemente per le vie cittadine. All'altezza del Ponte Garibaldi, vengono sparate le consuete batterie con lancio di tonanti, ad alto potenziale, detti bizzarri.
Un tempo, quando la processione arrivava in piazza, la Madonna veniva portata in S. Benedetto, in modo che le monache benedettine, che erano di clausura, potessero vederla dalle grate della Chiesa. Come omaggio alla Vergine, le religiose offrivano un mazzetto di fiori bianchi, che veniva legato alla Scala. Prima di questa sosta, il Cappellano del Monastero si portava al primo crocevia della Strada Maggiore, per la rituale incensazione della statua.
Fino ad una trentina di anni fa, la Madonna veniva portata alla Chiesa Madre (ex Collegiata). Da questa, nel giorno dell'ottava, alla Chiesa di Santa Maria. Ora, invece, la processione ha termine nella Chiesa Nuova. Qui la statua rimane per tutto il mese di maggio, esposta alla venerazione del popolo.
Un'altra significativa cerimonia, quella dell'Offerta del Cereo, è caduta in disuso solo da qualche anno. Una Deputazione Municipale si recava, la mattina della festa, al Santuario, per assistere al Pontificale del Vescovo. Durante la messa, prima dell'Offertorio, il Delegato Sindaco o altro Assessore, offriva al celebrante, a nome del Comune e della cittadinanza, un grosso cero acceso, ornato di nastri e di fiori. Il Prelato rivolgeva parole di lode all'indirizzo dell'Amministrazione Comunale e del popolo e deponeva il cero ai piedi della Vergine. L'ultima cerimonia del Cereo è stata compiuta nel 1959 dal Pro Sindaco prof. Francesco Quarto.
Nel 1776, a circa mezzo secolo dalla fondazione del nuovo Santuario (1731) ed a pochi decenni dal violento terremoto del 1743, la cui grazia dello scampato pericolo fu attribuita al patrocinio della Vergine, una Deputazione di massafresi, guidata dal Sindaco D. Carlo Torelli, e dal Can. D. Pietro Colaianni, si recò a Roma per umiliare al Papa la richiesta di elezione della Madonna della Scala a Protettrice di Massafra.
Cosa che si ottenne, dopo non poche sollecitazioni delle Autorità locali, con Decreto della Sacra Congregazione dei Riti del 1 luglio 1776, munito del regio placet del sovrano di Napoli Ferdinando IV del 16 settembre 1776, e con successiva Bolla dell'Ordinario Diocesano, Mons. Ildefonso Ortiz Cortes, del 13 ottobre 1776, che designava la prima domenica di maggio quale data della festività della Madonna della Scala.
La notizia fu accolta con giubilo popolare e, per quell'anno, si decise di festeggiarne l'avvenimento la domenica successiva, 20 ottobre 1776, Arciprete del tempo, D. Francesco Saverio Gioffreda. Dall'anno seguente la festa fu celebrata la prima domenica di maggio.
Il Vescovo di Mottola Mons. Ildefonso Ortiz Cortes celebrò i solenni pontificali del Sabato e della Domenica. Alla solenne processione prese parte anche il Metropolita di Taranto, l'Arcivescovo Mastrilli. I due prelati, in una pubblica cerimonia, donarono alla Vergine i loro anelli episcopali.
La processione, non essendo ancora stata ultimata la costruzione della scalinata, per quell'anno si snodò lungo il fondo della gravina e, nella località detta oggi Montirrone del Cuonzo, furono offerte alla Madonna la scala d'argento, ai cui gradini era il simbolico cervo, e due chiavi, una d'oro e l'altra d'argento. L'offerta comprendeva anche il cuonzo, una miscela di grano e di ceci bolliti ricavati dalle vegetazione spontanea della gravina, che simboleggiava l'uccisione del cervo e la distribuzione ai fedeli delle carni benedette.

LA CONSEGNA DELLE CHIAVI – LO SAPEVATE CHE...
Tradizionale luogo d'incontro della Vergine della Scala con il suo popolo - eccezion fatta per il 1776, quando la processione si snodò lungo il fondo del burrone e la cerimonia si svolse in località detta Montirrone del Cuonzo, non essendo stata ancora ultimata la costruzione della imponente scalinata di accesso al Santuario, è stato sempre l'estremo lembo a nord dell'abitato, una volta circondato da secolari uliveti.
Soltanto nel 1941, in pieno conflitto mondiale, la consegna delle chiavi si svolse nel piazzale antistante l'edificio scolastico di Piazza Corsica, trasformato in ospedale militare, luogo di sofferenza e di speranza per tanti soldati che, lontani dalla loro terra natia, anelando pace e concordia, elevavano le loro preci alla Vergine Santissima della Scala.
Mons. D. Paolo Ladiana

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