
Antonio Paolo Scalera, consigliere regionale e vicepresidente della Commissione Ambiente, ha presentato un’interrogazione urgente all’assessore regionale alla Sanità per chiedere un intervento immediato a tutela dell’Unità di Terapia Intensiva Neonatale (UTIN) del SS. Annunziata di Taranto, ormai a rischio chiusura. Il motivo? Una gravissima carenza di personale medico, che ha ridotto l’organico a soli 4 neonatologi e 3 specializzandi, a fronte di un bacino d’utenza che copre l’intera provincia ionica.
Il campanello d’allarme era già scattato lo scorso novembre, quando un medico del reparto aveva denunciato pubblicamente la situazione critica. Una successiva audizione in Commissione Sanità, tenutasi il 4 dicembre con la Direzione Strategica dell’Asl di Taranto, sembrava aver rassicurato i presenti: erano stati promessi nuovi contratti per coprire i turni e scongiurare la chiusura. Tuttavia, a inizio febbraio, tre medici hanno abbandonato il reparto, lasciandolo in una condizione di grave precarietà.
«In queste condizioni non è possibile garantire un’assistenza adeguata al nascituro critico» – ha spiegato Scalera, sottolineando come le urgenze vengano oggi affidate a un’ambulanza attiva per il trasferimento dei neonati in strutture fuori provincia, soprattutto a Bari. Una situazione che – di fatto – rende il reparto formalmente aperto, ma operativamente inaccessibile per le emergenze.
Oltre alla qualità dell’assistenza, a risentirne sono anche i numeri: dall’inizio del 2025 si contano già 80 nascite in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Molte donne a rischio parto pretermine vengono trasferite altrove, mentre cresce la preoccupazione tra famiglie, operatori sanitari e sindacati.
«La chiusura dell’UTIN del SS. Annunziata significherebbe privare Taranto e provincia di un servizio essenziale, in un territorio già fortemente penalizzato dalle politiche sanitarie degli ultimi anni» – ha concluso Scalera, sollecitando un intervento urgente della Regione per restituire dignità e sicurezza al reparto e a tutta la comunità ionica.
Intanto, la richiesta di audizione urgente, depositata dal consigliere lo scorso 24 febbraio, non è ancora stata calendarizzata in Commissione.
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