Si è ammanettata all'ingresso del suo centro estetico per difendere il suo diritto al lavoro e soprattutto il suo futuro.
Dura da due giorni la protesta di Mary Scalone, estetista mottolese di 35 anni, che a partire da sabato 20 marzo manifesta il suo disappunto verso la chiusura di parrucchieri e centri estetici.
Categorie messe in ginocchio dalla pandemia a cui appartiene anche "Giochi di Stile", salone che gestisce dal novembre 2018 con suo fratello. A loro l'emergenza Coronavirus è già costata lo spostamento da un locale più piccolo ad uno più grande per garantire il distanziamento dei clienti.
Tanti striscioni e una forza di volontà grandissima. Così dal primo pomeriggio dell'altro ieri, Mary (sposata e madre di tre bambini) veglia giorno e notte il luogo in cui ha riposto sogni e speranze:
«Confesso di non sapere come è nata l'idea di ammanettarmi - racconta al nostro giornale -. Sarà che ho la rivoluzione nel sangue o forse sono semplicemente stanca».
La decisione improvvisa. Il malessere atavico. Mary desidera maggiori sicurezze e prospettive, vuole solo lavorare per la sua famiglia e per recuperare tutto ciò che ha perduto in questi mesi difficili.
«Noi abbiamo sempre rispettato le regole», afferma l'estetista, annunciando che la sua protesta continuerà ad oltranza, almeno fin quando non riceverà certezze dal mondo politico.
Mondo i cui rappresentanti latitano, fatta eccezione per un consigliere comunale che sabato pomeriggio le ha fatto visita. Tutto il contrario di tanti liberi professionisti della città che stanno manifestando il proprio sostegno all'iniziativa.
Panini, caffè e molti messaggi di solidarietà accompagnano le notti insonni di Mary: «Vorrei essere rassicurata di non dover più chiudere - conclude -. Solo allora toglierò le manette».
Andrea Carbotti
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