Una delle fonti autobiografiche più interessanti per conoscere la vita di Rodolfo Valentino è costituita da “Il Mio Diario Privato”, cioè il resoconto del lungo viaggio fatto nel 1923 in Europa (Inghilterra, Francia e Italia) insieme a sua moglie Natacha Rambova.
Praticamente un viaggio di nozze, annotato sommariamente dallo stesso Valentino in forma di diario e ridotto a puntate per la pubblicazione prima su una rivista americana (Movie Weeekly Magazine, da febbraio 1923 ad agosto 1924) e successivamente su una inglese (Pictures e Picturegoer, da luglio 1924 all’ottobre 1925).
Non proprio gossip ma la registrazione disordinata e quasi quotidiana di ciò che accadeva, condita con le più svariate riflessioni sui luoghi, sugli incontri e sulle situazioni di viaggio.
Nel 1929 un amico di Valentino, Michael A. Romano, pubblicò il diario di viaggio in formato libro con il titolo “My Private Diary”. Il primo traduttore italiano del diario è stato Paolo Orlandelli (Lindau 2004) e molto più recentemente Renato Floris in una edizione (a cui ho avuto l’onore di collaborare) con un volume pubblicato postumo nel 2023 (Vivace Edizioni).
Renato Floris nel suo lavoro confronta il testo della rivista americana con quello della rivista inglese fornendo una preziosa visione della versione alternativa. Inserisce moltissime note chiarificatrici e ripropone le foto che accompagnavano il diario sulle riviste. Tuttavia leggendo con attenzione il diario abbiamo constatato imprecisioni evidenti, affermazioni fuorvianti e improbabili verità: aspetti che lo stesso Valentino non avrebbe mai potuto confondere. A parere di Floris gli errori sono dovuti a chi ha manualmente redatto il diario (inizialmente basato su appunti sparsi e frettolosi), cioè la caporedattice di Movie Weekly Magazine, la signora Gladys Hall (e nessuno ha ricontrollato le sue bozze).
In ogni caso dal diario sappiamo che Valentino volle a tutti i costi arrivare (in auto) fino a Taranto, tornare a vedere i suoi luoghi natii e lo fece insieme a sua sorella Maria e la signora Tessie, zia di sua moglie Natacha. Quest’ultima invece, adducendo motivi di salute, da Roma se ne tornò in treno a Nizza nella residenza estiva dei propri genitori.
Rudy venne ovviamente anche a Castellaneta da dove mancava da quasi venti anni, essendo andato via quando era ancora bambino. Non è difficile immaginare l’emozione di uno che ritorna dopo un lungo periodo di fattiva lontananza a cercare i luoghi e le persone note, e queste sono le sensazioni che trasmette, ingenuamente e con orgoglio, nei suoi appunti:[A Castellaneta] “Poi sono sceso lungo la via dove ancora abitavano degli amici di famiglia [Maldarizzi?]. Siamo saliti al piano di sopra e dopo un vero e proprio bombardamento di convenevoli, domande, ammirazione, ci è stato offerto un rinfresco alla moda dei meridionali, ospitalità che solitamente consiste in tazzine di caffè e dolci fatti in casa. Siamo rimasti un paio d’ore e sarei rimasto anche più a lungo, sia lì sia in città, a cercare altri vecchi amici, i cui nomi e ricordi non avevo mai dimenticato, ma sentivo che quella notte dovevo arrivare a Napoli e così siamo partiti”.
(#continua)
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