Dopo la deludente esperienza con la prima moglie Valentino conobbe Natacha Rambova, nome d'arte di Winifred KimballShaughnessy, divenuta Winifred Hudnut per essere stata adottata dal quarto marito di sua madre, l'industriale di cosmetici Richard Hudnut.
Era una donna volitiva ed ecclettica, anche lei vicina al mondo del cinema. Fu danzatrice, scenografa, costumista e designer e diventò la seconda moglie di Valentino con un matrimonio volutamentecelebrato il 13 maggio 1922 in una cittadina messicana di confine, Mexicali. Ma non senza problemi dal momento che i due avevano dimenticato di rispettare una legge californiana che obbligava i divorziati a non contrarre e consumare matrimonio prima di un anno dalla sentenza di divorzio. Non fu facile difendersi dall’accusa di bigamia e soltanto un anno dopo, il 14 marzo 1923, poterono regolarizzare la loro posizione.
Poco più di tre anni di intenso idillio consolidato dal quel lungo viaggio in Europa, da luglio a ottobre 1923, che aveva il valore di un viaggio di nozze e riportato ne “Il mio Diario Privato”.
Dallo scritto del Diario emerge, in ogni occasione, una profonda affinità tra i due coniugi. Anche, per esempio, il dispiacere per l’allontanamento momentaneo quando Valentino da Roma continuò il suo viaggio nel sud Italia e invece Natacha preferì tornare a Nizza nella villa dei propri genitori. Il giorno che si incontrarono di nuovo a Nizza – scrive Valentino ne “Il Mio Diario Privato tradotto ed annotato da Renato Floris” – “mi sentivo entusiasticamente felice. Una di quelle ore in cui i cieli si inchinano vicinissimi, quando il frutto sembra maturo e dorato, quando i fiori sono prodighi del loro profumo e gli uccelli cantano note mai cantate prima. E’ tempo di stare insieme. Insieme a qualcuno che ami molto e da cui sei stato separato con tormento. Natacha ed io… Di nuovo insieme…”.
E tuttavia anche l’unione con Natacha è stata molto chiacchierata. Per alcuni biografi coinvolta in un matrimonio di convenienza, forse afflitta da problemi di lesbismo e quindi titolare di un inesistente legame sentimentale con il marito. A me invece piace ricordare la compostezza delle parole di Valentino che parlando della fine del proprio matrimonio disse: “Il matrimonio con Natacha mi ha dato gioia. Ho fatto del mio meglio per renderla felice” e ancora, in occasione del divorzio, “Le auguro cose belle. E’ giovane e saprà farsi valere. Sono contento di non averle rubato gli anni migliori. Se dovevamo separarci meglio per lei subito”.
1923, Rodolfo Valentino e Natacha Rambova. Il loro matrimonio finì dopo qualche anno.
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