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Tragica morte di Amadou Jawo: interviene "Un'altra Città"

Immagine di repertorio Immagine di repertorio

L’associazione politica e culturale "Un’Altra Città" si mostra solidale con tutta la comunità di immigrati presente sul territorio di Castellaneta, per la tragica scomparsa del giovane gambese Amadou Jawo di 22 anni.

«Il ragazzo - spiegano gli attivisti con Donatello Lemma - ha vissuto l’ultimo periodo della sua vita nella nostra città in attesa di uno sperato permesso di soggiorno per ragioni umanitarie, non riuscendolo ad ottenere dopo più di due anni trascorsi dal suo arrivo in Italia nel 2016.

Un ragazzo di 22 anni partito, per fuggire dalla povertà (il Pil procapite del Gambia è di circa 500€, contro i circa 28.000 dell’italia) e inseguire uno sperato benessere per se stesso e per la sua famiglia che con molti sacrifici ha sostenuto il suo viaggio della speranza.

Perché c’è anche questo nei viaggi che affrontano questi ragazzi, la speranza, anche da parte della famiglia che resta nei paesi d’origine,di poter fare affidamento sulle rimesse dei loro parenti per sollevarsi dal livello di povertà assoluta in cui vivono; anche 50 euro mensili, sono un bel gruzzoletto per loro (il rapporto della ricchezza è 1:56).

Era arrivato da poco nel nostro territorio - prosegue Un'altra Città - dopo aver trascorso il suo primo periodo in provincia di Lecce, e aveva trovato ospitalità a casa di connazionali. E forse, è proprio questo il lato debole di questa brutta storia, Amadou,non ha trovato ospitalità nella nostra comunità?non ha travato in noi un supporto efficace per affrontare insieme e con una maggiore forza e convinzione il suo percorso di inserimento? Forse la nostra comunità non da segnali di apertura nei confronti di ragazzi come lui?

A questo si aggiungono le pressioni mediatiche e i provvedimenti razzisti di questo governo nei loro confronti, il ritrovarsi soli in un Paese straniero con mille problemi e la paura di dover ritornare nel Gambia senza aver potuto aiutare la propria famiglia, infrangendo quella speranza per cui era partito; e probabilmente facendolo sprofondare in un profondo sconforto fino ad arrivare a progettare atti estremi.

Un'altra città, vuole mettere in evidenza che tutti gli immigrati, siano essi rifugiati politici, immigrati economici o in attesa di regolarizzare la loro posizione, sono per noi i benvenuti nella nostra comunità e che troveranno sempre in noi un interlocutore serio e disponibile nell’affrontare i loro problemi e le loro istanze».

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