
La salma di Amadou Jawo è tornata in Gambia.
A più di un mese dal suo suicidio, lo scorso 15 ottobre a Castellaneta Marina, il corpo del 22enne è stato consegnato ieri alla famiglia d’origine, nel villaggio di Jalambang, alle porte dell’agglomerato urbano di Brikama. Amadou si era impiccato al cornicione della villetta dove abitava con altri ragazzi africani (compreso un connazionale), probabilmente in seguito alle notizie negative sullo stato del suo ricorso per ottenere la protezione internazionale.
Le procedure burocratiche necessarie per il rimpatrio hanno scontato tempi lunghi, anche a causa di alcuni errori nei documenti di identità del ragazzo. Appena risolti questi problemi, però, la salma (che era stata già trasferita dall’obitorio dell’ospedale San Pio di Castellaneta nella cella mortuaria dell’agenzia funebre che ha curato la traslazione) è stata imbarcata per l’aeroporto di Banjul, la capitale gambiana. Un’operazione resa possibile grazie alla raccolta fondi lanciata da Babele, l’associazione che gestisce il centro di accoglienza straordinaria di Castellaneta Marina dove Amadou trascorreva parte del suo tempo libero. Proprio un'operatrice dell'associazione ha accompagnato il feretro, consegnandolo nelle mani dei parenti.
In totale sono stati raccolti 6.500 euro, 4.800 dei quali utilizzati per il rimpatrio e che non saranno rimborsati dalla Regione Puglia, come annunciato inizialmente. L’ente, infatti, avrebbe potuto sostenere la spesa solo seguendo l’iter previsto dai regolamenti, una circostanza che avrebbe richiesto troppo tempo, addirittura alcuni mesi. Secondo i referenti dell’associazione Babele, invece, che avevano tenuto i contatti prima con il governatore Michele Emiliano e poi con i funzionari regionali, era necessario procedere con la dovuta fretta. I fondi raccolti sono stati utilizzati parzialmente per le spese funebri, quindi, mentre la parte restante sarà utilizzata per un progetto di utilità sociale, che è stato già individuato: con 1.700 euro sarà realizzata la strada d’accesso al villaggio, ora in terra battuta.
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