
Novantaquattro anni fa moriva Rodolfo Valentino. Aveva solo trentuno anni.
Le foto
Tra i pochi dati certi dell’avventurosa vita di Rodolfo Valentino c’è quello della sua morte avvenuta alle 12.10 (p.m.) di lunedì 23 agosto 1926 nel Policlinico di New York assistito solo dal personale medico locale e nessuno in grado di raccogliere le sue ultime parole in italiano prima di entrare in coma.
La narrazione corrente vuole che l’ultima parola sia stata “Mamma” e non è difficile credere a questa versione. Così come non è difficile immaginare la solitudine dell’uomo che non era riuscito, suo malgrado, a meritarsi affetti stabili e duraturi. Li aveva cercati in due donne diverse, sposate per realizzare la sua idea “italiana” di focolare familiare magari con tanti figli.
E invece quasi ingannato, per motivi diversi, dall’una e dall’altra. Gli restavano pochi amici intimi, generosi, ma soprattutto ammiratori del suo straordinario talento nel campo della danza e del cinematografo.
Il funerale di Rodolfo Valentino fu un evento mediatico di eccezionale clamore. Amato ed osannato in ogni parte del mondo, una folla frenetica di oltre centomila persone partecipò al corteo funebre e molte donne si abbandonavano a scene di isteria.
Mentre si discuteva se seppellire il suo corpo in territorio americano o rimpatriarlo in Italia, intervenne la decisione di suo fratello Alberto e le sue spoglie furono portate in treno da New York a Los Angeles, nell’Hollywood Forever Cemetery, dove fu sepolto il 7 settembre 1926 dopo il rito funebre finale celebrato nella chiesa del Buon Pastore a Beverly Hills.
Riposa in pace, Rodolfo.
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