È stata definita come "una delle più brutte pagine della storia del consiglio comunale di Castellaneta".
L'opposizione torna sull'ultima assise comunale (clicca qui per rileggere cosa è successo) e chiarisce la sua posizione, ribadendo un concetto già espresso in precedenza: «La maggioranza ha scelto la via dell'arroganza e il consiglio comunale si è svolto con modalità che nulla hanno a che fare con la democrazia».
Nel mirino, il presidente del consiglio Maurizio Cristini: «Ha superato davvero il limite - hanno scritto Angelillo, Giannico, Arrè, Tria, Terrusi e Rochira - arrogandosi il diritto di intervenire a proprio piacimento, non rispettando il ruolo di superpartes, di censurare ed inibire il confronto anche in contrasto con quanto affermato dal segretario comunale».
Ma c'è di più: i consiglieri di opposizione, infatti, hanno annunciato la loro intenzione di formalizzare presto un ricorso al prefetto di Taranto «affinché intervenga per ripristinare la democrazia ed il corretto funzionamento della massima assise comunale».
Tornando all'ultimo consiglio comunale, quello di due giorni fa, il punto all'ordine del giorno più caldo era quello relativo all'approvazione del debito fuori bilancio scaturente da alcuni lavori effettuati in un condominio di Castellaneta. Un condominio privato in cui il Comune (ente pubblico) è proprietario di alcuni appartamenti.
«È stato portato in consiglio per la quarta volta - ha riferito l'opposizione - rinviato per ben tre volte dalla maggioranza per documentazione incompleta (primo rinvio) e per la volontà di far partecipare al dibattito in aula il presidente del consiglio, assente perché in vacanza in base a quanto da lui stesso affermato (due volte).
È inutile sottolineare che rinviare un punto del consiglio comunale solo per consentire la partecipazione di un singolo consigliere, quando ci sono i numeri previsti dal regolamento per la regolarità della seduta, è qualcosa di insensato che ha un costo per la cittadinanza in termini di gettoni di presenza e di organizzazione dell'attività consiliare.
La maggioranza - hanno ribadito i consiglieri di minoranza - ha inteso procedere senza alcun rispetto per la massima assise e per l'intera cittadinanza. Nel corso del dibattito i consiglieri di opposizione Angelillo, Arrè, Rochira e Giannico hanno messo in evidenza una serie di incongruenze relative alla documentazione presentata: documenti mancanti, documenti duplicati difformi a quelli presentati nelle precedenti sedute, mancanza di approvazione della spesa da parte del Comune.
Ma tutto questo non è servito a far riflettere la maggioranza; a niente è valso neanche il parere del dirigente comunale, l'architetto Dalò, che aveva seguito la procedura e che ha affermato che non si trattasse di un debito fuori bilancio. L'attuale dirigente al Patrimonio, invece, non ha saputo fornire spiegazioni sulla documentazione mancante o duplicata.
Nel corso del dibattito sono stati evidenziati anche alcuni aspetti particolari della questione che coinvolgevano il presidente del Consiglio Maurizio Cristini, il quale ricopriva il ruolo di direttore dei lavori nominato dal condominio e di responsabile tecnico dell'azienda esecutrice degli stessi.
È chiara la incompatibilità di tali ruoli in quanto il direttore dei lavori dovrebbe avere il compito di verifica dell'esecuzione del contratto e pertanto è necessario che sia esterno all'azienda esecutrice.
A questo si aggiunge il ruolo di presidente del Consiglio che consente a Cristini di decidere, in via quasi solitaria (perché ha deciso di non rispettare il regolamento e di non convocare l'ufficio di presidenza o la conferenza dei capigruppo, se non per convocare proprio questa seduta consiliare) le date e gli ordini del giorno dei consigli comunali».
Angelillo, Giannico, Arrè, Terrusi, Tria e Rochira, inoltre, hanno stilato una serie di interrogativi, avanzati durante il consiglio comunale, ai quali a loro detta non è stata data risposta:
Perché la documentazione presentata nell’ultimo consiglio è differente da quella presente nei tre consigli precedentemente convocati sullo stesso tema (firme differenti, timbri, date e importi che cambiano da un consiglio all’altro)?
Perché le fatture presentate cotengono una descrizione “a corpo” e non analitica, come previsto dalle norme?
Gli uffici hanno verificato alcuni conteggi evidentemente sbagliati e le discrepanze di date ed importi finali?
Perché prima di ieri, dopo molte sollecitazioni da parte dei revisori dei conti, il documento di "Fine lavori" non è stato mai presentato? Eppure la data presente sul documento è quella del 30 ottobre 2023, ben 2 mesi prima della convocazione del primo consiglio comunale.
Perché non si è predisposto nessun impegno di spesa all’origine della scelta di iniziare i lavori?
È legittimo che al geometra Cristini venga affidata la direzione lavori, nonostante tale ruolo sia incompatibile con quello di consulente dell'azienda esecutrice dei lavori? Ed inoltre e soprattutto tale ruolo sarebbe incompatibile con quello di responsabile della condotta dei lavori per l’impresa?
Il conflitto di interesse da noi evidenziato - hanno aggiunto - e negato a più riprese dalla maggioranza, ha trovato la conferma plastica nella scelta di Cristini di non partecipare alla seduta nel momento dell'approvazione del punto.
Se il presidente del consiglio, in qualche modo, era assente giustificato al momento della votazione del punto, a molti è apparsa molto strana l'assenza del sindaco Giambattista Di Pippa, il quale è entrato durante le battute iniziali del consiglio per poi abbandonare l'aula durante la discussione e la votazione del punto, lasciando al suo posto il vicesindaco D'Ambrosio che, non essendo consigliere, non aveva diritto di voto.
Il sindaco, quindi, si è defilato lasciando agli altri consigliere l'onere e la responsabilità di approvare un punto così controverso che, probabilmente, non aveva convinto neanche lui. Ed infatti, dopo aver lasciato agli altri questo ingrato compito, si materializza nuovamente in aula per affrontare i successivi punti all'ordine del giorno.
Il rientro del sindaco - hanno spiegato i consiglieri di minoranza - è avvenuto giusto in tempo per assistere al tentativo di autodifesa da parte di Maurizio Cristini che, tra accuse, minacce di querela e spocchia di potere, ha dimenticato di spiegare cosa fosse realmente accaduto e perché ci fosse cosi tanta confusione su una delibera i cui documenti provenivano per la maggior parte dal suo ufficio. Nessuna risposta alle domande ed alle perplessità dei consiglieri.
Nel suo intervento, il presidente del consiglio è passato dall'autocelebrazione (raccontando delle sue splendide vacanze che creerebbero “invidia sociale”) all'offesa, per poi giungere alla minaccia nei confronti della consigliera Arrè ed alla “vendetta” nei confronti della consigliera Giannico.
L'intervento che nulla ha spiegato in merito al punto, che era stato già approvato dalla maggioranza, ha solo dimostrato la rabbia di chi si è sentito scoperto in errore. E quello che è accaduto dopo ne è ulteriore conferma.
Il presidente Cristini, infatti, contrariamente a quanto più volte indicato dal segretario comunale, ha inteso decidere chi potesse intervenire e chi no per controbattere al suo intervento. In questo caso è stato escluso il consigliere Angelillo nonostante avesse diritto di parola essendo stato tirato i ballo direttamente nell'intervento di Cristini.
Il consiglio comunale di Castellaneta ha evidentemente perso la sua funzione democratica sotto i colpi di una presidenza autoreferenziale e arrogante. La maggioranza non ha portato nessuna risposta (si registra solo un intervento del consigliere Rizzi e uno del consigliere De Bellis) e l'assordante silenzio di tutta la compagine facente capo al sindaco.
Il consiglio si è poi concluso con il debito riconosciuto e con nessuna risposta data nel merito.
A proposito di risposte - ha chiarito l'opposizione - se Cristini intende querelare, quereli tutti i consiglieri d’opposizione. Magari le risposte non ricevute in consiglio le si troveranno in altra sede».
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