
Un balzello o un'opportunità? È il dilemma che avvolge la tassa di soggiorno, imposta facoltativa introdotta dal Governo con il decreto sul federalismo fiscale, che il Comune di Castellaneta vorrebbe applicare a partire da quest'anno e che inciderebbe soprattutto sulla frazione marina.
Il caso è scoppiato con un'interrogazione urgente del gruppo di maggioranza dell'Udc (CLICCA QUI PER LEGGERE L'INTERROGAZIONE) Nel documento c'è un secco rifiuto della tassa, considerata antitetica allo sviluppo del settore turistico locale: grava su ogni turista che sceglie le strutture ricettive del territorio e, secondo alcuni studi citati dai due consiglieri, mette a serio rischio l'appetibilità della località da parte dei toru operator internazionali.
L'assessore al Turismo Giuseppe Angelillo, da noi contattato, ha parlato di un percorso appena abbozzato, di un primo incontro al quale sono stati invitati i gestori delle strutture alberghiere del territorio (soprattutto di Castellaneta Marina) cui ne seguirà un secondo destinato ai gestori di bed and breakfast e affini: «Siamo ancora nella fase di interlocuzione – ci ha spiegato – non vi è nulla di deciso. Abbiamo voglia di ascoltare gli operatori per capire come accoglierebbero la tassa, che abbiamo studiato più come una tassa di scopo».
La novità rispetto ad altre località turistiche, infatti, sarebbe quella dell'istituzione di un organismo che si preoccupi di decidere come investire le risorse guadagante in questo modo. L'idea di Angelillo sarebbe quella di riversarle su Castellaneta Marina, investendo in servizi e infrastrutture. Pensata così, la tassa sembra aver accolto il plauso degli unici tre operatori presenti al primo incontro (Nova Yardinia, Nicotel e Ticho's, il cui proprietario, Raffaele Vignola, è anche rappresentante provinciale di Federalberghi).
Per Perrone e Prenna, invece, la tassa sarebbe "dannosa e ingiusta" e rischierebbe di "mettere in crisi l'unico settore cittadino che ha appena delineato cenni di tenuta alla forte crisi e che andrebbe quindi incrementato e aiutato, non colpito".
Una posizione che in Consiglio (dove l'atto di indirizzo propedeutico all'istituzione della tassa arriverà, ove se ne definisse il percorso) potrebbe trovare ampie sponde: l'opposizione, infatti, approfitterebbe a piene mani della divisione della maggioranza, forte anche della presenza tra le sue fila di Stefano Ignazzi, che gestendo con la sua famiglia l'hotel "Villa Giusy" potrebbe non essere d'accordo. Senza dimenticare che lo stesso Perrone ha forti interessi nella vicenda, dato che sua moglie gestisce l'agriturismo "Sant'Andrea".
Diversamente, se istituta la tassa porterebbe nelle casse del Comune una cifra compresa tra i 150mila e i 200mila euro all'anno. L'idea è quella di stabilire un tetto massimo di un euro per ogni adulto (i bambini sarebbero esentati) in modo tale da recuperare risorse diversamente indisponibili: i "cugini" di Ginosa lo hanno fatto ad inizio estate, anche in quel caso con strasciso di polemiche. Per Perrone e Prenna, però, quelle risorse potrebbero essere recuperate in altro modo, magari con una lotta più incisiva all'elusione e all'evasione delle tasse.
Francesco Tanzarella
SCARICA L'INTERROGAZIONE DEL GRUPPO UDC
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