
«Dopo l’ennesima occasione persa nella giornata di 28 Marzo, durante un incontro informale avvenuto alla presenza congiunta dei consiglieri della II e VI commissione che si erano dichiarati propensi a trovare e ad ascoltare una soluzione per il superamento della precarietà dei lavoratori in somministrazione presso Arpal, non solo abbiamo avuto l’esito negativo di mancate interlocuzioni proficue, bensì stiamo assistendo in queste ore al paradosso dei paradossi: colpire i lavoratori, andando contro l’unica parte politica che ha dimostrato nei fatti di voler realmente prendere a cuore la nostra situazione».
I lavoratori in somministrazione di Arpal Puglia non ci stanno e si dichiarano pronti ad andare avanti solo con chi realmente ha mostrato interesse nei loro confronti.
Con una nota inviata agli organi di stampa, i dipendenti prendono le distanze dall'operato delle sigle sindacali Nidil, Cgil e Felsa Cisl e si dichiarano stanchi di questa situazione.
«Le attività di Arpal Puglia - si legge nella nota firmata da R.A., referente del gruppo di lavoratori - sono di interesse pubblico e di dominio di competenza anche delle commissioni regionali, alle quali è affidato il compito, come da statuto, di fornire, insieme a tutto il consiglio regionale, attività di controllo e di indirizzo.
Ad oggi, il numero dei lavoratori in somministrazione, con una stima fedele al 99%, si aggirerebbe su una quota di qualche unità inferiore ai 200 dipendenti, dislocati verso le sedi centrali di coordinamento dell’agenzia regionale Politiche Attive del Lavoro e le sedi periferiche dei centri per l’Impiego sparsi per tutta la regione.
Gli stessi sono in missione in Arpal Puglia con due diverse mansioni: Istruttore Mercato del Lavoro (cat. C) e Specialista del Mercato del Lavoro (cat. D).
I lavoratori in oggetto, peraltro, hanno superato un avviso di selezione pubblica che l’Agenzia per il Lavoro “Job Italia Srl” ha svolto con dovizia, sottoponendo i candidati ad una triplice valutazione: di titoli; di esperienze professionali; di merito, visto che gli stessi sono stati impegnati nel rispondere a prove contenenti quesiti di diritto del lavoro, diritto amministrativo e diritto costituzionale.
I contratti, inizialmente per sei mesi, sono stati rinnovati per un paio di mesi circa sino al 21 dicembre 2021, ma grazie al lavoro delle commissioni e all’interesse mostrato dai consiglieri regionali che hanno preso a cuore la causa, è stato approvato l’emendamento num.75 delle Legge di Bilancio regionale 2021.
I firmatari dell’emendamento sono stati Michele Mazzarano, insieme agli assessori Raffaele Piemontese e Sebastiano Leo, ai quali va dato il merito di aver voluto credere nelle nostre figure, creando uno strumento atto a garantire continuità amministrativa per mesi 6 e darci la possibilità di continuare a svolgere la nostra preziosa mansione all’interno dei Centri per l’Impiego.
Ad oggi, però, i nostri contratti sono in scadenza il 31 marzo, dopo essere ripartiti solo dal 14 febbraio e ci saremmo aspettati una lunga presa di posizione da parte dei sindacati, visto che si parla di risorse certe per la proroga solo fino al 24 aprile, con un miraggio ipotetico al 30 giugno.
Una legge di bilancio parla di 6 mesi di rinnovo, mentre nei fatti si stanno concretizzando solo 2 mesi e mezzo di lavoro e il perché è attribuito ad un rimpallo di responsabilità tra assessorato e Arpal sulle risorse.
I presidenti delle commissioni regionali II e VI che ricordiamo hanno nei poteri la possibilità di portare in consiglio regionale proposte atte da poter essere tradotte in atti di indirizzo (o addirittura leggi) per Arpal Puglia capita l’analoga situazione e i continui rimbalzi tra assessorato al Lavoro e Arpal Puglia, i quali non concedono da mesi nessun tavolo tecnico specifico per la causa, si sono prodigati per ascoltare le richieste dei Sindacati e dei lavoratori, convocando diverse commissioni.
Dopo l’ultima commissione congiunta, svoltasi mercoledì 23 marzo, i presidenti Tutolo e Metallo hanno dato appuntamento a lunedì 28 marzo scorso per audire i sindacati e farsi consigliare da loro delle proposte per capire una progettualità per non disperdere le professionalità di questi lavoratori che rischiano il più grande dei paradossi: essere i primi disoccupati dell’agenzia regionale delle politiche attive del lavoro, ovvero di quell’agenzia che il lavoro dovrebbe, invece, darlo!
Siamo venuti a conoscenza di quanto accaduto nell’incontro di lunedì scorso, dove la proposta formulata da alcuni nostri colleghi lavoratori a quanto pare non è stata discussa poiché, da quanto abbiamo appreso da comunicati stampa e da note post-incontro, due sigle sindacali su tre, NIdil Cgil e Felsa Cisl, non solo non avevano proposte, bensì hanno ostacolato la discussione delle stesse.
Era una buona occasione per parlare e discutere nel concreto ed invece, ancora una volta (l’ennesima volta) ci troviamo a discutere e a raccontare del nulla, se non della nostra fine annunciata.
Ci saremmo aspettati sindacati che avrebbero fatto salti mortali per capire come mai le risorse da 6 mesi sono solo per 1 mese e 15 giorni; ci saremmo aspettati sindacati che avrebbero indetto mobilitazioni per capire come mai, si continua ad ignorare 200 giovani pugliesi, madri e padri di famiglia; ci saremmo aspettati sindacati disposti a scendere in piazza per il nostro futuro; ci saremmo aspettati più tutela per il nostro diritto al lavoro.
Assistiamo, invece, al paradosso dei paradossi, metterci contro nostre proposte e soprattutto mettere noi lavoratori contro quella parte politica che, genuinamente e nei fatti, si è dimostrata più sensibile alla nostra tematica.
Il consigliere Michele Mazzarano ha dimostrato nei fatti di essere “più sindacalista” degli stessi sindacati. Onore a lui per la reale tutela che sta avendo negli interessi di 200 lavoratori di tutta la Regione.
Non entriamo nel merito di quanto denunciato dalle sigle Nidil Cgil e Felsa Cisl sull’incontro di lunedì scorso, ma, seppur non presenti all’incontro, abbiamo la consapevolezza che non sono stati usati termini offensivi o diffamatori, bensì, da quanto apprendiamo, il consigliere Mazzarano è stato il primo a sentirsi offeso, visto che è stato tacciato di essere “parte del problema”.
Se queste parole sono state dette realmente dai Sindacati nei confronti di quella parte politica che ci sostiene, noi prendiamo le distanze, anzi ci dissociamo e diciamo che è arrivata l’ora di dire basta!
Ogni riunione o incontro è buono per alimentare polemiche verso i singoli lavoratori oppure provare a trovare punti di vista atti a sviare la centralità del problema. Siamo stanchi di questi atteggiamenti che vanno contro i nostri interessi.
Ci rivolgiamo, pertanto, al segretario generale di Cgil Puglia, Pino Gesmundo e al segretario della Cisl Puglia Antonio Castellucci affinché questo atteggiamento delle sue segretarie di categoria possa trovare subito un cambio di rotta.
Se ciò non avverrà in tempi brevi, siamo disposti ad andare avanti da soli o solo con chi realmente ci vuole sostiene. Il tempo per fare melina o giochi di strategia è finito: noi a breve andiamo a casa e saremo i prossimi disoccupati, anche per colpa di mancate interlocuzioni non solo della politica, bensì anche dei sindacati. Chiediamo alla politica e ai sindacati un atto di responsabilità.
Lo chiedono 200 giovani pugliesi, tra madri e padri di famiglia, tra giovani e meno giovani, tra donne e uomini, tra gente che ha una famiglia o che vorrebbe costruirne una tutta sua».
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