Oggi (6 maggio) ricorre il 127° compleanno di Rodolfo Valentino, il nostro Mito. Un “self made man” in terra straniera, l’amante latino per eccellenza, che in una personalità estremamente ecclettica riunisce il successo professionale come attore del cinema muto e la sfortuna di una vita troppo breve.
Conosciamo molti dettagli della sua vita dai suoi stessi racconti scoprendo come gli piacesse lavorare di fantasia indulgendo ad esagerazioni, insomma raccontando piccole grandi bugie.
Così come il racconto della sua avventura a Monte Carlo, da diciottenne, prima di partire per l’America. Un’esperienza che sembra combaciare con quella di un personaggio letterario uscito dalla penna di Luigi Pirandello.
“Il fu Mattia Pascal” è il romanzo nel quale il protagonista, appunto Mattia Pascal, titolare di una complessa e sfortunata vicenda familiare, avendo ricevuto del denaro da parte di suo fratello (che viveva lontano) per le esequie della loro madre, se ne serve per fuggire alla ricerca di una sospirata libertà. Fugge a Nizza e quindi va nel casinò di Monte Carlo a puntare i suoi soldi. Gli arride una fortuna incredibile, guadagna tanti soldi con i quali conta di tornare a vivere più tranquillo, sanando i propri debiti e regolando al meglio i rapporti con la propria suocera.
Anche Rodolfo, e non certamente in una finzione letteraria, racconta di essere stato tentato dai soldi di Monte Carlo.
Aveva effettuato un viaggio a Parigi che era stato un regalo di sua madre Gabrielle per il conseguimento del diploma finale di agronomo nell’Istituto di Sant’Ilario.
Il viaggio aveva anche lo scopo di conoscere i familiari di sua madre, residenti nei dintorni di Parigi, ma soprattutto di scoprire il fascino di una città a lui molto congeniale, nel periodo della Belle Epoque.
Così continua Rodolfo nel suo Diario: “Lo stesso spirito di avventura che mi aveva guidato a Parigi mi portò a Monte Carlo. Mi illudevo di poter risanare le mie finanze. Ma Monte Carlo mi trattò molto peggio di Parigi. Se ero un dilettante tra i boulevard, ero meno che un dilettante tra i tavoli da gioco… Stanco e avvilito, tornai a casa poche settimane dopo la mia partenza, ancora una volta da figliol prodigo.”
E tuttavia questa storia non sta in piedi ed è, a mio parere, da annoverare tra i racconti fantastici di un personaggio pieno di inventiva. Rodolfo non era maggiorenne e il Casinò di Monte Carlo ha sempre avuto regole ferree. Era proibito l’ingresso alle sale da gioco ai minorenni e a quell’epoca la maggiore età si raggiungeva a 21 anni.
Io penso che, nel viaggio di ritorno a casa, sia passato da Monte Carlo perché lì vivevano degli amici di sua madre. Poi, semplicemente, siccome era spendaccione, aveva terminato i soldi di cui disponeva e dovette rientrare a casa.
In ogni caso rimane un grande. Buon compleanno Rudy.
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