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Storie del Mito: Castellaneta e il suo monumento (seconda parte)

A sinistra il maestro Gheno a destra il monumento a Rodolfo Valentino A sinistra il maestro Gheno a destra il monumento a Rodolfo Valentino

Il monumento a Rodolfo Valentino era stato realizzato con materiale di qualità, come confermava l’artista autore del monumento, il maestro Luigi Gheno, incontrato qualche anno fa nel suo studio romano.

Argille e caolini provenienti da Nove, un comune della provincia di Vicenza, noto per la produzione della ceramica artistica e anche per aver dato i natali all’artista. Componenti lavorati nel suo grande studio per ottenere un materiale a bassa porosità e marcata resistenza agli agenti chimici attraverso la greificazione, un processo che aggiunge una notevole resistenza meccanica.

Quando fu incaricato il maestro Gheno realizzò alcuni bozzetti in ceramica colorata e tra questi fu scelto quello che rappresentava la figura idealizzata di Rodolfo nei panni del “Figlio dello sceicco”: una composizione alta circa due metri, con la sagoma di Rodolfo esaltata dal blu cobalto anche nel volto e caratterizzata da un barracano svolazzante.

L’intero monumento consisteva in tre quinte prospettiche sistemate su un’ampia predella percorribile, e realizzate con materiali della tradizione locale come la pietra calcarea bianca con il contrasto della ceramica colorata. Sulla quinta principale un bassorilievo celebrava l’allegoria del cinematografo, con i suoi mezzi tecnici, le cineprese, gli illuminatori, il pubblico e le maestranze, e tutte e tre facevano da sfondo alla statua in ceramica che raffigurava il divo nei panni del figlio dello sceicco.

Lo scultore Luigi Gheno, recentemente scomparso, inventò un’opera d’arte funzionale a ricordare il valore di un uomo affermato in una delle tante attività dell’operato umano, in una raffigurazione molto ideale, onirica, esaltata dal lucido del blu cobalto da cui è rivestita persino nel volto.

È l’idea del divo cinematografico, l’uomo che le folle imparano ad amare attraverso i personaggi, tutto sommato effimeri, che interpreta.

Un’idea artistica pregnante che la nostra comunità avrebbe fatto bene a guardare con occhi più attenti e con un atteggiamento di gratitudine verso chi lo aveva voluto e chi lo aveva realizzato.

Aurelio Miccoli

CASTELLANETA E IL SUO MONUMENTO (A PUNTATE)
Rileggi la prima parte: Destino di un monumento

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