
«I turisti non ci sono, considerato anche che parte di questi vengono a Massafra solo per pernottare a prezzi accessibili per andare a visitare paesi vicini. Che senso ha, quindi, prevedere ora l’imposta di soggiorno?».
Questo uno dei passaggi principali della nota inviata alla stampa dal capogruppo consiliare del Movimento 5 Stelle Gaia Silvestri in cui commenta l'approvazione nel bilancio di previsione finanziario 2022-2024 dell'imposta di soggiorno ma non ancora attivata (clicca qui per rileggere l'articolo).
«Il consiglio comunale di Massafra dell’8 aprile - continua Silvestri - ha approvato (a maggioranza) il bilancio di previsione finanziario 2022-2024 e, con esso, ha approvato l’imposta di soggiorno, preventivando un’entrata di 30mila euro per il 2022, 60mila euro per il 2023 e 60mila per il 2024. L’imposta di soggiorno è un tributo che si applica ai turisti che pernottano nelle strutture ricettive di capoluoghi di provincia, città di interesse storico-artistico e città a prevalenza turistica.
Di nessuna proposta possiamo parlare, ahinoi, perché già approvata. Quello che possiamo fare è ragionare a posteriori ai fini di una variazione, che la parte che scrive si auspica.
Il rapporto dell’osservatorio regionale sul turismo sostiene che nel 2020 a Massafra vi sono stati 3.885 arrivi (turisti che hanno soggiornato almeno una notte), a fronte di un’offerta ricettiva comunale totale di 384 posti letto (147 posti in 2 strutture alberghiere, 237 in 26 strutture non alberghiere). Siamo ben lontani dai numeri raggiunti non solo dal capoluogo ionico, ma anche da altri centri della provincia come Castellaneta (quasi 250.000 presenze nel 2021), Manduria (62.334), Martina Franca (oltre 61.000), Ginosa (59.364) e Pulsano (57.654).
I turisti non ci sono, considerato anche che parte di questi vengono a Massafra solo per pernottare a prezzi accessibili per andare a visitare paesi vicini.
Che senso ha, quindi, prevedere ora l’imposta di soggiorno? Non sarebbe stato meglio prevedere nel bilancio una somma da investire nel turismo, mettere in sicurezza i beni storici patrimoniali, avviare i progetti in itinere, cominciare a capitalizzare una platea di turisti più ampia, dopo un percorso di crescita e di investimento nel marketing territoriale e politiche attive del turismo?
E invece no. L’amministrazione ha previsto zero euro di investimenti in conto capitale da dedicare al turismo per i prossimi tre anni, e di tassare quei pochi turisti che vengono, incassando (forse) una somma così modesta da essere irrilevante. Cui prodest?».
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