
Pubblicato sulla più autorevole rivista cardiologica mondiale, il Journal of the American College of Cardiology, un importante studio elaborato dalla Cardiologia dell’Ospedale "San Donato" di Arezzo.
La ricerca, supportata da un finanziamento della Fondazione Telethon, ha svelato i meccanismi che determinano il rischio di aritmie fatali in pazienti affetti da sindrome di Brugada, malattia rara del cuore che può causare, soprattutto in soggetti giovani e considerati completamente sani, la morte cardiaca improvvisa.
Nell’equipe medica dell’ospedale di Arezzo che ha sviluppato lo studio, assieme al direttore del dipartimento Cardioneurovascolare Leonardo Bolognese e al responsabile dell’ambulatorio cardiomiopatie e malattie cardiache rare Maurizio Pieroni, vi è anche il cardiologo massafrese Pasquale Giovanni Notarstefano, responsabile della Aritmologia e co-responsabile dello studio.
«Lo studio accende una nuova luce su questa area di rischio ad ora non completamente definita. La grande sfida per il cardiologo - afferma il dottor Notarstefano - è proprio individuare, tra tutti i soggetti asintomatici ma con un elettrocardiogramma diagnostico, quelli maggiormente a rischio di aritmie gravi, e che necessitano quindi di essere protetti con l’impianto di un defibrillatore. La propensione ad avere aritmie gravi potrebbe aumentare con l’aumentare dell’estensione dell’area elettricamente anomala ed in presenza di infiammazione del muscolo cardiaco. La nostra ricerca getta le basi per un nuovo modo di definire il rischio aritmico di questi pazienti.»
Pasquale Giovanni Notarstefano, 52 anni, specializzato in Cardiologia all’Università di Ferrara, già Dirigente Medico dal 2005 al 2009 presso la Divisione di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera dell’Università di Ferrara, dal 2009 è Dirigente Medico presso la Divisione di Cardiologia della ASL 8 di Arezzo e dal 2011 Responsabile della Aritmologia Interventistica della AUSL Toscana Sud-Est, presso l’Ospedale “San Donato” di Arezzo.
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