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Piazza Sant’Agostino, l’Anac accusa: «Solo il 5% dei lavori eseguiti»

Piazza Sant’Agostino Piazza Sant’Agostino

«Solo il 5% dei lavori realizzati in otto anni»: l’Anac accusa il Comune di Massafra per i ritardi nella riqualificazione di piazza Sant’Agostino. Gaia Silvestri, ex consigliera del Movimento 5 Stelle, rivendica le denunce fatte in consiglio in questi anni: «Il progetto è fermo e i costi ricadono sulla collettività. Un’opera senza fine».

Così si è trasformato il progetto per la realizzazione di una piazza polifunzionale con giardino archeologico davanti all’ex convento di Sant’Agostino. I lavori dovevano essere completati il 22 gennaio scorso, ma secondo quanto riportato dalla delibera 124 del 26 marzo 2025 dell’Anac, l’avanzamento è fermo al 5%.

La conferma delle gravi anomalie e criticità arriva dunque dall’Autorità Nazionale Anticorruzione, che nel documento individua precise responsabilità gestionali e progettuali, bacchettando l’ente comunale e le amministrazioni succedutesi dal 2017 in poi, cioè quella dell’ex sindaco Fabrizio Quarto, in carica fino ad ottobre 2024.

Secondo l’Anac «l’intervento risulta in grave ritardo» e configurerebbe «un danno per la collettività stante la mancata fruibilità dell’opera pubblica».

Sotto accusa è finita anche la figura del Responsabile unico del procedimento (Rup) e il direttore dei lavori, colpevole — secondo l’Autorità — di non aver ottemperato efficacemente ai propri obblighi di controllo, come previsto dal Codice degli Appalti.

Una parte della responsabilità, inoltre, viene attribuita alla fase iniziale: «la genesi della situazione è da ricondurre ad una progettazione non adeguatamente approfondita e a carenze nelle procedure approvative».

Errori che hanno rallentato espropri, autorizzazioni e risoluzioni delle interferenze con i sottoservizi, trasformando un progetto ambizioso in un cantiere bloccato.

L’ex consigliera comunale del Movimento 5 Stelle Gaia Silvestri — che aveva più volte sollevato in aula consiliare queste criticità — torna ora all’attacco: «Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Ma l’Anac ha ascoltato eccome». Rivendica anni di opposizione inascoltata, in cui aveva denunciato costi gonfiati, mancanza di trasparenza, difetti progettuali e violazioni del Piano paesaggistico.

A completare il quadro, l’Anac segnala anche «una non corretta applicazione della normativa» in diverse fasi: dalla validazione della progettazione, alla consegna delle aree, fino alla gestione dei tempi contrattuali e alla redazione della perizia di variante.

Ora, l’Autorità ha invitato il Comune ad adottare correttivi urgenti.

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