A tu per tu con il dottor Fernando Miccolis, consulente aziendale, conoscitore delle vicende economiche e bancarie di Massafra ed ex presidente del collegio sindacale della BCC di Massafra.
Il dottor Miccolis attualmente è componente del collegio della Banca di Taranto e Massafra, quale occasione migliore quindi per fare il punto della situazione dopo la fusione dello scorso 4 marzo tra la BCC di Taranto e Massafra e la BCC di Bari. Un'operazione strategica che ha dato vita ad una nuova banca, denominata BCC di Bari e Taranto.
Quale sarà il futuro della banca locale?
Ultimamente ho sentito notizie incontrollate. La verità è molto semplice: in passato la BCC di Massafra si è trovata in difficoltà e la fusione con la Banca di Taranto, una banca vicina, sana e virtuosa, è stato un passo obbligato che ha permesso di non disperdere il patrimonio ideale dei fondatori.
Quindi la riforma Renzi non ha colpito tutte le BCC?
In effetti la riforma del 2016 non ha fatto emergere indicatori negativi per tutte le piccole banche. Se in effetti sulla BCC di Massafra ha evidenziato alcune criticità esprimendo una classificazione di banca "rossa", altre BCC anche vicine e di dimensioni simili, hanno saputo reggere il contraccolpo, così Taranto era classificata banca "verde A" e Bari "verde B".
Ma i motivi?
A mio modo di vedere, ciò che ha particolarmente indebolito la ex BCC di Massafra sono stati l'aumento della percentuale degli accantonamenti e le divisioni interne. A Taranto, oltre che le competenze, abbiamo trovato una concordia amichevole che consente di lavorare in armonia e con l'unico scopo di prendere sempre le decisioni più giuste nell'interesse della banca e di tutto il territorio jonico."
Ma torniamo allora al presente e al futuro...
Il 2022 è stato un anno destinato a completare la prima fusione fra la Banca di Taranto e la BCC di Massafra e a risanare le fragilità che erano emerse in seno a quest'ultima e, nonostante questo, pur con qualche disservizio, la banca ha continuato ad assistere i cittadini di Massafra.
Nel corso dello stesso anno, la banca ha scelto in piena volontà e unanimità, di intraprendere questo nuovo percorso di ulteriore rafforzamento ed espansione, pianificando per il 2023 una nuova fusione con la BCC di Bari. Questo permetterà di migliorare ancora di più i servizi e le condizioni per il nostro territorio. Basti pensare che i limiti delle linee dì credit o aumenteranno notevolmente. Adesso anche la nostra banca potrà esaminare e deliberare linee di credito di importo rilevante.
Cosa cambia di fatto per il territorio di Massafra?
Non cambia quasi nulla e se qualcosa cambia, cambia in meglio. Il percorso della nuova fusione con Bari, estremamente intelligente e volontario, è stato condiviso da tutti gli esponenti massafresi della banca. In particolare, non cambia il rapporto con i dipendenti massafresi che restano gli stessi e conoscono i clienti ed il territorio, non cambiano i princìpi di banca che non cerca il profitto, non cambia la territorialità (ca. 1200 soci, 2 consiglieri di amministrazione, circa 20 dipendenti restano massafresi), non cambia l'insegna "BCC di Massafra " (anche se cambia la ragione sociale). In più, invece, ci sarà una banca che potrà erogare di più ai massafresi e con condizioni migliori, che avrà un comitato territoriale che, conoscendo al meglio il territorio, potrà decidere quali iniziative sociali finanziare. Ma non finisce qui perché la banca avrà un albo dei fornitori massafresi per privilegiarli nell'assegnazione di forniture (già oggi alcuni lavori di adeguamento per rendere più fruibile la filiale con due casse "fisiche" sono affidati a imprese locali). Il tutto con un patrimonio alle spalle molto solido che, con la fusione, passa da 14.676.000 euro a 32.953.000 euro che garantirà che questa nuova creatura non correrà i rischi che in passato hanno coinvolto la ex BCC di Massafra.
Per un cittadino di Massafra che motivo c'è oggi per rimanere socio di questa nuova banca?
Per il singolo socio sono già attivi una serie di specifici vantaggi diretti, economici ed associativi oltre alle maggiori risorse disponibili per le imprese e migliori condizioni per tutti; inoltre, ci sono vantaggi, forse ancor più preziosi, che sono indiretti, cioè quelli che ho elencato prima e che rendono un vero e proprio tesoro sociale che questa banca resti ancorata anche a Massafra, oltre che a Taranto e a Bari. Ove mai i massafresi spingessero il nuovo cda a recidere il legame con Massafra, la nostra comunità perderebbe questo insostituibile interlocutore territoriale.
È possibile esercitare il diritto di recesso? In che modo?
Negli scorsi giorni è pervenuto parere della capogruppo che afferma che non possa esercitarsi. A mio parere restano invece possibili i recessi ove ricorrano le ordinarie previsioni statutarie.
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