Infissi nuovi di zecca a Palazzo di città: l’opposizione affila i coltelli e accende i riflettori sulle modalità di affidamento di quei lavori di efficientamento energetico.
I consiglieri comunali Walter Rochira, Maria Terrusi, Stafania Giannico e Francesca Arrè hanno indirizzato al sindaco Gianni Di Pippa un’interrogazione a risposta orale su quanto accaduto in municipio negli ultimi giorni, mettendo in luce una serie di «stranezze» culminate nell’esecuzione «acrobatica e senza alcun tipo di protezione» dei lavori di posa e installazione.
Ma andiamo con ordine: nel settembre dell’anno passato, l’ente di piazza Principe di Napoli ha deciso di investire circa 90mila euro di fondi ministeriali in lavori di efficientamento energetico della sede municipale.
«Sono stati affidati a una ditta barese di comprovata esperienza nel settore ma ciò che ci lascia perplessi sono le modalità scandite da una strana sequenza di date» hanno riferito i 4 consiglieri di minoranza.
«L’azienda in questione è stata invitata a presentare l’offerta da sola mentre il giorno seguente sono state invitate altre 2 ditte che hanno avuto meno di 24 ore di tempo per presentare la propria offerta. Non capiamo perché non siano state invitate tutte le imprese in un unico giorno, dando a tutti la stessa chance visto che la determinazione di affidamento dei lavori è avvenuta solo 2 giorni dopo l’ultimo invito».
Ma c’è dell’altro: «Ci chiediamo come sia stato possibile per la ditta affidataria presentare la sua offerta, l’unica comprensibilmente pervenuta, già dal 10 settembre sulla base di un progetto esecutivo che però è stato approvato dalla giunta comunale solo due giorni dopo.
La ditta affidataria, si legge, vanta esperienza e competenza nel settore e allora come mai i lavori poi sono stati subappaltati a un’altra impresa?».
Infine, arriviamo alle operazioni di posa avvenute nei giorni scorsi sotto gli occhi increduli di numerosi cittadini: «Le foto parlano da sole – hanno aggiunto Rochira, Giannico, Terrusi e Arrè - e le alleghiamo alla nostra interrogazione.
Le attività sono state eseguite in spregio dei dettami minimi della sicurezza sui luoghi di lavoro. Immagini inquietanti che hanno immortalato operai sospesi in aria, a cavalcioni, in bilico sui parapetti e senza alcun tipo di protezione.
Ci chiediamo se il direttore dei lavori abbia contestato alla ditta queste violazioni. Chiediamo inoltre se nell’albo dei fornitori del Comune non fossero iscritte aziende di Castellaneta con le stesse caratteristiche della ditta affidataria e con quali motivazioni gli uffici hanno scelto di non tenerle in considerazione. Infine, chiediamo se la giunta ritenga opportuno attivare tutte le procedure a tutela dell’ente, compreso lo strumento dell’autotutela, congelando ogni forma di pagamento verso le ditte.
Attorno a questo affidamento - hanno concluso - ci sono troppe stranezze e altre potrebbero venire a galla molto presto».
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