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Giochi del Mediterraneo: serve una visione per il futuro di Taranto

Gianfranco Chiarelli Gianfranco Chiarelli

Taranto, recentemente interessata da una crisi politica che ha portato alla fine anticipata dell’amministrazione Melucci, si trova ad affrontare una fase di transizione in un momento cruciale, con la città che si prepara ad ospitare i Giochi del Mediterraneo nel 2026.

L'onorevole Gianfranco Chiarelli, commissario regionale dell'UDC Puglia, interviene sottolineando quanto sia essenziale avviare sin da subito un dibattito ampio e competente sul futuro della gestione delle infrastrutture sportive realizzate una volta che i Giochi del Mediterraneo saranno terminati.

«Da commissario della Camera di Commercio di Taranto, ho messo a disposizione del commissario straordinario dei Giochi Ferrarese e del comitato organizzatore spazi e uffici dell’ente di Viale Virgilio e ho fatto questo affinché un evento di tale portata internazionale e dal forte richiamo identitario potesse avere luoghi consoni allo sviluppo e alla programmazione dell’importante manifestazione sportiva».

L’UDC ritiene necessario discutere sul futuro dei Giochi per non farsi cogliere impreparati. «Un recente studio condotto dalla CGIA di Mestre - spiega Chiarelli - ha rivelato come le città che hanno organizzato i Giochi del Mediterraneo abbiano visto crescere di tre punti percentuali il loro PIL cittadino. A Napoli, Bari e Pescara, per restare alle città italiane che prima di Taranto hanno ospitato l’evento, è accaduto questo. Miliardi di lire prima, milioni di euro dopo, irrorati nelle casse comunali: risorse finanziarie straordinarie in grado di cambiare il volto, non semplicemente per quel che concerne le infrastrutture sportive, delle suddette comunità».

Nell’ambito dello studio elaborato dalla CGIA, sostiene Chiarelli, emergono comunque criticità non trascurabili: «la ricerca denota come molte delle opere realizzate in quelle occasioni si siano trasformate nel tempo in vere e proprie cattedrali del deserto, alimentando quella percezione di abbandono e sciatteria urbanistica che troppe volte ha contraddistinto i destini delle nostre municipalità». Dall’analisi emerge come questo sia dovuto prevalentemente agli alti costi di gestione che questi impianti presentano, costi che le amministrazioni pubbliche non possono più accollarsi una volta venuto meno il trasferimento straordinario di specifiche economie e che i privati, divisi e non suffragati da una programmazione gestionale di medio e lungo periodo, hanno mancato di supportare.

Per il commissario Chiarelli «A Taranto, così come nei comuni interessati dalla manifestazione di agosto 2026, si è in tempo per evitare tutto questo e migliorare quanto già visto in precedenti esperienze. È fondamentale coinvolgere tutti gli attori economici e sociali, le istituzioni cittadine e le federazioni, le associazioni di categorie, gli ordini professionali e gli stakeholder, vagliando le novità normative intervenute, i suggerimenti tecnici e le competenze acquisite sul campo per garantire che i Giochi del Mediterraneo continuino a “fare i giochi” anche quando saranno terminati.

È necessario che anche l'infrastruttura si trasformi in un motore di crescita sostenibile per tutta la comunità. Con la giusta visione e le necessarie collaborazioni inter-istituzionali, Taranto ha l'opportunità di stabilire un modello di gestione post-evento che sia esemplare non solo in Italia, ma a livello internazionale».

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