«Il 31 gennaio scade il termine utile per la costituzione del consorzio di gestione del Parco delle Gravine e i comuni che ancora non hanno adempiuto a porre in essere gli atti necessari per la costituzione del suddetto consorzio si vedranno avviare nei loro confronti, da parte della Regione, l’iter per esercitare il potere sostitutivo».
A ricordarlo, chiedendo all'assessore regionale all'Ambiente di chiarire i costi di gestione per i comuni ricadenti nel parco è il consigliere regionale Antonio Paolo Scalera.
«Sino ad oggi - ha dichiarato Scalera – i sindaci dei comuni ricadenti nel Parco delle Gravine oltre allo schema di convenzione e allo schema di statuto non hanno ricevuto altre indicazioni o comunicazioni relative soprattutto all’impegno di spesa che ogni singolo ente dovrà sostenere derivante dalla partecipazione al predetto consorzio.
Vista la ristrettezza dei tempi (il 31 gennaio è ormai alle porte) – ha proseguito – ho inoltrato un'istanza di audizione urgente nella IV Commissione per audire l’assessore regionale all'Ambiente, il presidente della Provincia di Taranto, i sindaci dei comuni di Castellaneta, Crispiano, Ginosa, Grottaglie, Laterza, Martina Franca, Massafra, Montemesola, Mottola, Palagianello, Palagiano, San Marzano di San Giuseppe, Statte e Villa Castelli, le associazioni di categoria degli agricoltori e le associazioni venatorie della provincia di Taranto.
L’importanza di una corretta gestione del parco è fuori discussione, ma è anche giusto che la Regione Puglia chiarisca come intende procedere alla fase successiva alla costituzione del parco.
I comuni del costituendo consorzio, oggi, sono chiamati a ratificare uno statuto per la costituzione di un consorzio di cui ancora non è dato conoscere, con atti ufficiali, sia i costi per la costituzione, sia i costi per la gestione.
Infine – ha concluso Scalera – è opportuno sapere come la Regione Puglia intende finanziare il consorzio. Anni di mancanze e di inerzia sulla costituzione del parco (la legge di costituzione è del lontano 2005) non possono essere imputati o non possono ricadere solo ed unicamente sui comuni. Quei poteri sostituivi richiamati dall’assessore regionale all’ambiente andava attivati molto tempo addietro».
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