Una grande insegnante, scomparsa solo due anni fa, compianta dai tanti che l’hanno conosciuta. Soprattutto i suoi ex alunni, quelli che più di tanti altri ne hanno potuto apprezzare il carattere volitivo, la profondità culturale e la disponibilità.
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Perché la professoressa Grazia Gigliobianco è stata una grande insegnante capace di imporsi come donna, nella vita culturale ma anche nella vita politica locale, in tempi in cui la parità dei diritti rispetto all'uomo era solo una chimera, le quote rosa non esistevano e la collocazione sociale una donna doveva conquistarsela.
Va detto che nel ricordare la persona, la donna e l’insegnante che fu la professoressa Grazia Gigliobianco, mi rifaccio alle affettuose parole di sua sorella Arcangela, anche lei insegnante (di Filosofia e Storia nella provincia tarantina).
Nata nel 1946, in una abitazione del centro storico castellanetano, conseguì una formazione scolastica di rilievo presso la scuola elementare delle suore di Ivrea ricevendo una buona cultura, specie in ambito linguistico. Affrontò gli studi liceali a Gioia del Colle per passare poi all’università di Bari, Facoltà di Lettere classiche. Lo studio era per lei passione e impegno.
Si laureò con una tesi sulle grotte rupestri di Castellaneta e Palagianello, affascinata da quelle chiese e dai racconti degli anziani del paese e soprattutto di suo nonno materno. Studiò in modo meticoloso le grotte analizzandone i colori, le immagini e le scritture in greco, apportando un contributo personale apprezzato dal suo docente prof. Prandi.
Iniziò la carriera di docente (di latino e greco) presso il liceo classico de La Maddalena, in provincia di Sassari. Dopo il concorso, passò al liceo della sua città natale, dove rimase fino alla pensione, lasciando un segno indelebile della sua presenza (a lei è dedicata la biblioteca dell’Istituto Orazio Flacco di Castellaneta) a riconoscimento della sua forte dedizione all’insegnamento, della serietà professionale e delle profonde conoscenze didattiche.
Amava il mondo greco e trasmetteva questo suo amore ai suoi allievi. Anche e soprattutto guidandoli (arrivati all’ultimo anno) a contatto con la cultura greca: facendoli assistere alle tragedie (spesso a Siracusa), oppure portandoli in Grecia a visitare teatri, agorà e templi. Ma anche seguendoli in performance teatrali locali come l’allestimento scenico della tragedia greca “Antigone” di Sofocle, dove si discute il problema umano e morale del contrasto tra la legge dello Stato, la morale e gli affetti familiari.
Accusò i primi seri problemi di salute già negli anni ’80 ma si oppose con ferrea volontà alla sua malattia, perché non voleva abbandonare la scuola e nemmeno l’impegno politico intrapreso nel vecchio Partito Comunista Italiano. Impegno che la vide eletta, negli anni dal 1983 al 1985, consigliere comunale nell’Amministrazione Semeraro, e successivamente nell’Amministrazione Martellotta (dal 1988 al 1990).
Con la caduta del muro di Berlino il P.C.I. si divise e Gigliobianco, coerentemente con le proprie idee, aderì (1991) al Partito della Rifondazione dei Comunisti Italiani, il cui segretario, il prof. Diliberto, la invitò a far parte del direttivo nazionale.
Gli anni ’90 furono per lei anni di un impegno politico ancora più intenso tanto da candidarsi a sindaco del paese con una lista civica denominata “Castellaneta democratica” di ispirazione comunista.
Nel 2007, mentre il suo antico male avanzava, raggiunse la pensione e decise di dedicarsi alla famiglia. Poi nel 2018 fu definitivamente sopraffatta dagli assalti della malattia e il 20 settembre del 2019 morì lasciando un vivido ricordo in chi aveva potuto apprezzare il suo operato.
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