Tradizione, devozione e fede si alternano ogni anno nella ricorrenza della nascita di san Giovanni e cioè il 24 giugno. Il pensiero corre alla piccola antica chiesa del centro storico, nella contrada Muricello.
Una semplice aula rettangolare completata sulla strada da un prospetto sobrio sul quale si innesta uno svettante campanile a vela, coronato da una croce lapidea.
Le foto
Attualmente dedicata alla Natività di San Giovanni Battista, ma anticamente nota con il nome di Santa Maria La Candelora e prima ancora con il nome di Santa Maria La Pesola.
Nel confronto tra le due foto dell’interno della chiesa di san Giovanni (scattate ovviamente in tempi diversi) è possibile constatare come per trascuratezza o per scarsa attenzione si possano deteriorare e perdersi definitivamente importanti segni del passato.
La nostra chiesa, che è decisamente antica, aveva le pareti affrescate con i disegni della devozione cristiana realizzati ad affresco sull’intonaco. Aveva però un importante problema strutturale: pareti molto umide per risalita dell’umidità ascendente.
Il problema dell'umidità era una costante che affliggeva da sempre la nostra chiesa. I dipinti murali si deterioravano con insolita rapidità e, per questo, immagini nuove si sovrapponevano a quelle più antiche.
Era necessario intervenire con continuità ma l'esiguità delle rendite non lo consentiva. E così la generale imbiancatura rappresentava la soluzione più comoda, tuttavia mortificando o cancellando i dipinti murali esistenti o di quel che restava di loro.
È documentato che fra i frequenti rimedi inutilmente ordinati ci fu dunque la imbiancatura di tutta la chiesa. A cominciare da monsignor Blasio, nel 1727, che insieme ad altri lavori ordinò “Dealbetur tota Ecclesia” cioè “Sia imbiancata tutta la chiesa”.
Operazione ripetutamente consigliata anche per tutto l’Ottocento laddove nelle sante visite dei vescovi si annota che la “chiesa ha bisogno di allattatura e di riattazioni per così togliere l’umido da cui la chiesa è totalmente invasa”.
Molto più recentemente, nel 1997, in una di queste frequenti “rinfrescate” è accaduto che, sulla parete destra verso l’altare, il consistente strato di scialbature in una zona ristretta si è degradato cadendo a pezzi e lasciando intravedere una porzione di un antico affresco.
Allertati alcuni esperti fu scoperto un grande disegno in cui si individuavano almeno tre fasi iconografiche: la Madonna con Bambino e Santi adoranti, probabilmente Santa Maria della Pesola; una santa martire della quale restano gli occhi ed una mano che regge una palma, ed un probabile santo orientale individuabile dalla parte inferiore del mantello.
L’unica raffigurazione di cui è ancora possibile una discreta lettura riguarda la "Madonna con bambino e Santi adoranti". Si tratta di un dipinto, probabilmente del XVI secolo, delle dimensioni di 110x160 centimetri già martoriato dalle spicconature di epoca barocca e dall'aggressione dell'umidità, disegnato con tratti eleganti e minuti, in un insieme di grande misticità.
I personaggi si stagliano su un fondo giallo-ocra che determina, per la posizione frontale e la luce che l'avvolge, la solennità di una figura rituale.
Nella parte inferiore il dipinto è molto frammentario, in alcune zone la pellicola pittorica è abrasa e mancante, e su tutta la superficie è presente la tipica picchiettatura di preparazione alla sovrapposizione di un altro strato di intonaco che, nel caso della nostra chiesa, era dipinto, come dimostra l'unico frammento ancora rimasto in sito.
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