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CastStory: a Roccaraso una strada per un nostro sindaco

Pietra Pietra

Esiste una strada intitolata all’onorevole Gabriele Semeraro ma non è a Castellaneta.

Si trova a Roccaraso (provincia di L’Aquila), il comune abruzzese noto per essere una rinomata località sciistica dell’Appennino.

L’intitolazione della via nasce da un gesto di gratitudine di una parte della comunità di roccolani (così si chiamano gli abitanti di Roccaraso) verso un uomo delle istituzioni che nel momento del bisogno ha saputo distinguersi per magnanimità, fornendo aiuto e solidarietà.

L’azione di generosità ha un tristissimo antefatto accaduto durante la seconda guerra mondiale che è conosciuto come l’eccidio del Bosco del Limmari, nella frazione roccolana di Pietransieri.

Era il 21 novembre 1943 e nel Bosco del Limmari i tedeschi trucidarono 128 persone, di cui 60 donne e vari bambini, senza precise motivazioni, ma per il semplice sospetto che la popolazione sostenesse la causa partigiana. Il comandante tedesco Kesselring con dei manifesti aveva dato l’ordine alla popolazione di abbandonare i paesi per completare l'opera di distruzione tattica. A Pietransieri, più per necessità che per scelta o forse addirittura per incomprensione, la gente non sfollò: i tedeschi accusarono gli abitanti di tradimento, li rastrellarono e li condussero nel bosco, presso un casolare. Lì avvenne la rappresaglia tedesca con la fucilazione di tutti i 128 presenti. Unica superstite fu una bambina che si nascose sotto il corpo della madre morta.

Ma tutto questo non bastò. Perché la strategia tedesca, ordinata da Hitler dopo l’8 settembre, consisteva nel mantenere le posizioni sulla Linea Gustav che dal Tirreno tagliava l’Italia fino all’Adriatico, passando per l’appennino abruzzese, con la necessità di rendere libere le posizioni strategiche sulla linea del fronte. Intere popolazioni di quell’area furono così allontanate alimentando la presenza di profughi in altre località italiane ritenute più sicure.

Fu in questo frangente che l’allora podestà di Castellaneta, Gabriele Semeraro, offrì a un numeroso gruppo di roccolani (ma anche di qualche paese vicino), già così provati dall’episodio dell’eccidio, l’alloggio e la permanenza nel nostro paese.

Artemio Cordisco, della frazione di Pietransieri, nel 1944 aveva quattordici anni: arrivato a Castellaneta fu accolto addirittura nella famiglia Semeraro, familiarizzando con i figli del podestà, futuro sindaco e successivamente onorevole. Artemio ricambiava l’ospitalità che la nostra comunità gli dava rendendosi utile in mansioni di compagnia e di sorveglianza.

Ma anche gli altri profughi della comunità di Roccaraso usufruirono per qualche anno di una cordiale convivenza, contrassegnata da grande stima e qualche volta amicizia.

Una solidarietà che lasciò il segno e che anni più tardi fu ricordata dagli amministratori di Pietransieri, su iniziativa del consigliere Domenico, figlio di Artemio, dedicando all’onorevole Gabriele Semeraro una delle strade che conducono al luogo della memoria dell’eccidio: un piccolo tempio ottagonale le cui pareti sono coperte di targhette di pietra che recano il nome e l’età di tutti i caduti.

Mi preme dire che devo questo memoriale alla cortesia del pietransierese Anselmo Cordisco, prodigo di notizie e di fotografie, e alla preziosa segnalazione di un nostro lettore, Giuseppe.

Non posso non ricordare poi che il podestà Gabriele Semeraro aveva qualche tempo prima dato prova di “virile coraggio… mettendo a repentaglio più volte la sua persona” durante gli eventi bellici di Castellaneta nei giorni 10, 11 e 12 settembre 1943.

Con il suo operoso attivismo era stato protagonista di quelle convulse giornate anche dopo il doloroso avvenimento dell’eccidio di 25 concittadini in via Marina e pertanto ritenuto meritevole di una ricompensa al Valor Militare. Ricompensa concessa nel 1945 dal Ministero della Guerra “al Dottore in Legge, Podestà del Comune di Castellaneta, Semeraro Gabriele”.

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