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BARATTO AMMINISTRATIVO, OVVERO COME PAGARE LE TASSE OFFRENDO LA PROPRIA MAESTRANZA

BARATTO AMMINISTRATIVO, OVVERO COME PAGARE LE TASSE OFFRENDO LA PROPRIA MAESTRANZA BARATTO AMMINISTRATIVO, OVVERO COME PAGARE LE TASSE OFFRENDO LA PROPRIA MAESTRANZA | © Massafra

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DAL MEETUP MASSAFRA CINQUE STELLE



 

Secondo quanto stabilito dall'art. 24 della Legge n° 164 del 2014 (D.L. 133/2014), denominata Sblocca Italia, “I comuni possono definire con apposita delibera i criteri e le condizioni per la realizzazione di interventi su progetti presentati da cittadini singoli o associati, purché individuati in relazione al territorio da riqualificare. Gli interventi possono riguardare la pulizia, la manutenzione, l'abbellimento di aree verdi, piazze, strade ovvero interventi di decoro urbano, di recupero e riuso, con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati, e in genere la valorizzazione di una limitata zona del territorio urbano o extraurbano.”

In relazione alla tipologia dei predetti interventi, i comuni possono deliberare riduzioni o esenzioni di tributi inerenti al tipo di attività posta in essere. In sostanza, chi non può pagare imposte e tasse comunali, a motivo di difficoltà economiche, potrà offrire al Comune in cui risiede, il corrispettivo in “ore lavoro” da utilizzare per i casi previsti dalla norma di cui sopra.

I requisiti per ottenere il baratto amministrativo devono essere fissati dallo stesso Comune di appartenenza previa apposita delibera. Si tratta, in particolare, di verificare quattro condizioni del richiedente:
• Residenza nel Comune presso il quale si inoltra la richiesta;
• Maggiore età del richiedente;
• Avere un ISEE non superiore all’importo che viene ritenuto congruo dal Comune (ci si aspetta razionalmente un importo poco superiore a quello equivalente per l’esonero dalla dichiarazione dei redditi) e un debito fiscale inferiore ad un certo importo;
• La richiesta deve riguardare un debito fiscale comunale.

Destinatari del baratto amministrativo pertanto, possono essere tutti i cittadini che possiedono i requisiti previsti dal regolamento comunale che ha introdotto la possibilità dello scambio. Nella pratica si tratta di uno strumento che ben si adatta alle esigenze dei disoccupati o dei lavoratori in mobilità, consentendo loro di impiegare produttivamente il tempo a disposizione per
saldare i propri debiti con il Fisco.

Occorrerà predisporre ogni procedura amministrativa necessaria per l’utilizzo efficiente ed efficace della misura prevista dalla legge in questione.

I requisiti del baratto amministrativo 2015 fissati da Invorio (Novara), il primo comune italiano che ha introdotto la novità fiscale, sono:
1. Debito non superiore a 5000 euro;
2. Essere residenti maggiorenni nel Comune;
3. Avere un ISEE non superiore a 8.500 euro;
4. Che i debiti siano tributi comunali iscritti a ruolo non ancora pagati o che abbiano ottenuto contributi come inquilini morosi non colpevoli negli ultimi 3 anni.

Come si può intuire, gli intenti sono compostamente etici e pragmatici insieme; le norme tributarie locali in vigore, secondo Confesercenti, sono oltre 62.000 e pesano veramente molto sui cittadini, continuamente costretti a subire una tassazione iniqua e crescente allo scopo di finanziare servizi sempre più inefficienti. Un paese democratico ed evoluto, attento ai problemi sociali, dovrebbe attuare tutti quei provvedimenti necessari a rilanciare la fiducia nelle istituzioni. Il baratto amministrativo potrebbe essere un ottimo provvedimento.

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