Un castellanetano d’altri tempi o, come egli stesso si definisce in una sua pubblicazione, “una persona onesta e di saldi principi” quale sicuramente era Antonio Miraglia. Nato a Castellaneta nel 1941, in piena guerra mondiale e poi adolescente emigrato a Milano, all’alba degli anni ’60 del Novecento, in pieno fermento economico.
A Castellaneta un’infanzia impegnativa, quella di un bambino cresciuto in fretta, obbligato a contribuire al sostentamento familiare, “curando il pascolo e la distribuzione del latte”, in un ambiente senza prospettive e connotato solo dalla severa educazione familiare.
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Alla fine trova la sua realizzazione, appena adolescente, a Milano. Prima occupato in mansioni di apprendistato, poi di aggiustatore meccanico (la sua passione), e infine il salto definitivo nella Azienda Tranviaria Milanese, come bigliettaio e successivamente come autista. Mentre diventa padre di famiglia con tre figli, si scopre una particolare attitudine al rispetto del diritto al lavoro contrapposto alle logiche aziendali.
Intraprende il percorso di sindacalista autonomo nel comparto degli auto-ferro-tranvieri e per venticinque anni si occupa dei diritti dei lavoratori in quegli anni particolarmente delicati, in seguito ricoprendo la carica di segretario provinciale e poi regionale.
Titolare di numerose vertenze (anche in aperto conflitto con i sindacati confederali) che ricorda con orgoglio in un libro di sue memorie dove emergono gli anni del suo operato di “sindacalista scomodo”, ma soprattutto il lato umano di uomo che nella vita ha “compiuto scelte importanti in ogni contesto”. Che ha creduto “nel duro impegno personale e morale, come un onesto lavoratore capace di condividere con altri in modo solidale, ogni singola responsabilità”.
Così viene ricordato da chi lo ha conosciuto.
Così anche nel ricordo dei figli: quello di un padre di famiglia presente, rigoroso e disponibile ma soprattutto attento a infondere i valori positivi in cui crede, tra i quali l’unità della famiglia e la disponibilità all’aiuto reciproco (solidarietà).
Scomparso nel 2022 (qui il suo necrologio), rappresenta l’ennesimo emigrato castellanetano che in un ambiente estraneo, ma economicamente vivace, è riuscito a mettere a frutto il proprio potenziale umano “mediando tra cuore, logica ed azione”.
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