
Il suo nome è Antonio Casavola, e da dieci anni, sebbene non sia né un parroco, né un terapeuta e tantomeno un amico del cuore, è una sponda ai mormorii e ai rumori di tutta Milano. Antonio è, infatti, un assistente della Polizia di Stato e, dal "suo" Ufficio Denunce della Questura, ha raccolto, negli anni, le "confessioni" di ben 13mila milanesi.
Una storia, quella di Antonio Casavola, di cui per primo si è occupato "Il Giornale Milano", ma che vogliamo riportare anche noi perché Antonio, 35 anni fa, nacque proprio a Castellaneta, dove vive tuttora la sua famiglia e dove ha vissuto anche lui prima di entrare nei ranghi della Polizia.
Ne sente ogni giorno di tutti i colori, dunque, dai furti di carte e bancomat fino ai cellulari, dagli appartamenti svaligiati ai borseggi: «Parlare con le persone mi viene facile - racconta Casavola a "Il Giornale Milano" - e grazie al mio carattere gioviale mi sono trovato bene fin da subito in questo ufficio».
Ma oltre alla quotidianità, con tanti milanesi di corsa, complici anche i ritmi della città, il repertorio dell'assistente Casavola è pieno anche di storie alquanto strane: «Ma certo! - si legge sulle colonne dell'edizione milanese del quotidiano diretto da Sallusti -, come quando un tizio venne a raccontarmi che secondo lui, qualcuno gli era entrato in casa per portargli via il Babbo Natale in cima all'albero... chissà: forse aveva un valore affettivo».
E per continuare su questo capitolo, di cui Antonio potrebbe parlare ancora a lungo: «Rimasi molto colpito davanti a un ragazzo che arrivò con la moglie per autodenunciarsi perché l'aveva picchiata e lei aspettava un bimbo. Alla fine fecero pace e se ne andarono mano nella mano».
Ma occhio ad abbassare la guardia: l'umanità, in questo lavoro, è indispensabile: Bisogna pensare - continua - che chi arriva qui per sporgere denuncia è sconvolto, sta male. Così penso sia doveroso da parte nostra immedesimarci, essere umani, tentare di stemperare la tensione fino a riuscire a strappare almeno un sorriso. Noi siamo sempre dalla parte di chi dobbiamo aiutare. Naturalmente ho acquisito una certa esperienza e la battuta la faccio solo con chi posso permetterla».
C'è chi dice parli un po' troppo, ma questa lezione di umanità, che dagli uffici di via Fatebenefratelli arriva a Castellaneta, passando per le colonne de "Il Giornale", è davvero un esempio di umanità e delicatezza di chi, dalla nostra terra, osserva Milano con occhi attenti; occhi che indugiano sui particolari e che, a volte, rivelano gioie inattese.
Andrea Carbotti
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