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UDC Puglia: «Taranto ha bisogno di un secondo pronto soccorso, non di promesse elettorali»

Chiarelli e Messina Chiarelli e Messina

Una città di quasi duecentomila abitanti, un solo Pronto Soccorso. È questa la realtà con cui Taranto deve fare i conti ogni giorno, e che ormai non può più essere ignorata. Le immagini di barelle nei corridoi, pazienti costretti ad attendere per ore e personale sanitario allo stremo sono diventate purtroppo una costante del sistema di emergenza-urgenza cittadino. Taranto non dispone oggi di un numero sufficiente di presidi per far fronte alle esigenze reali della popolazione.

Chiunque viva la città conosce bene il senso di impotenza che accompagna un accesso al Pronto Soccorso. Quella che è vissuta come un’urgenza può trasformarsi in una lunga attesa, superiore alle volte anche alle dodici ore, mentre i medici e gli infermieri cercano di gestire decine di casi contemporaneamente, spesso privi di adeguato supporto logistico. In un contesto del genere, il rischio di errori aumenta, la tensione cresce e la qualità dell’assistenza inevitabilmente si riduce.

«A Taranto - denuncia il dottor Emiliano Messina, responsabile regionale del dipartimento Sanità dell’UDC Puglia - il pronto soccorso vive una condizione di sovraffollamento cronico, che ormai si trascina da anni senza risposte strutturali. I pazienti arrivano spesso anche da comuni limitrofi, perché non esistono alternative operative. Si tratta di una situazione inaccettabile per una città di queste dimensioni: chi entra in pronto soccorso deve poter contare su tempi certi e su un’assistenza dignitosa. Le lunghe attese compromettono non solo la sicurezza dei pazienti ma anche la serenità e l’efficienza degli operatori, che lavorano sotto una pressione costante, in condizioni che possono portare allo stress e, nei casi più estremi, al burnout. Chi deve prendere decisioni salvavita non può essere lasciato solo in un contesto di emergenza continua».

Secondo Chiarelli e Messina, è arrivato il momento di «riconoscere che un solo pronto Soccorso non basta più» e di avviare «una pianificazione sanitaria coraggiosa, che metta finalmente Taranto al centro della programmazione regionale, non come territorio periferico ma come città che merita pari dignità rispetto agli altri capoluoghi pugliesi».

Una posizione condivisa e rafforzata dalle parole dell’onorevole Gianfranco Chiarelli, commissario regionale dell’UDC Puglia e candidato alle prossime elezioni regionali con la lista UDC-Lega-Nuovo PSI a sostegno del Presidente Lobuono, che punta il dito contro la mancanza di visione della giunta uscente: «È ormai un dato incontrovertibile - afferma Chiarelli - che Taranto abbia bisogno di un secondo Pronto Soccorso. Così come è incontrovertibile che il secondo presidio sia stato chiuso proprio dal governo di Michele Emiliano, lo stesso che oggi, a ridosso della campagna elettorale, ne promette la riapertura. È necessario dire la verità ai cittadini: la realtà è che la rete dell’emergenza-urgenza è al collasso e che servono risposte serie, pianificate e finanziate in modo adeguato».

L’on. Chiarelli richiama inoltre l’attenzione sul rispetto delle norme nazionali: «L’istituzione di un nuovo pronto soccorso - spiega - non può prescindere dai dettami del decreto ministeriale n. 70, che impone la presenza, a supporto, di un ospedale di base dotato delle principali discipline ad alta fruibilità territoriale come medicina generale, chirurgia generale e ortopedia. Per questo, la proposta di aprire un nuovo punto di emergenza deve necessariamente accompagnarsi alla programmazione di un ospedale completo, in grado di garantire sicurezza clinica, personale qualificato e reparti di riferimento. Diversamente, si rischia di costruire un contenitore senza struttura, che non risolve ma aggrava i problemi».

Il commissario regionale dell’UDC invita a guardare oltre le logiche di consenso: «Serve una visione d’insieme, che valorizzi il personale sanitario, oggi demotivato da anni di precarietà e carichi di lavoro insostenibili. Il nuovo governo regionale dovrà occuparsi della sanità tarantina con serietà e una gestione efficiente delle risorse».

La conclusione è un appello congiunto, rivolto non solo alla politica ma all’intera comunità: «abbiamo il dovere - dichiarano Chiarelli e Messina - di tutelare i pazienti e i lavoratori. Taranto non può più essere lasciata sola da una politica che ha pensato alla soddisfazione di piccole esigenze invece che al bene della collettività. Dopo un ventennio che ha disatteso ogni aspettativa, è tempo di voltare pagina e dare fiducia a chi ha la competenza e la volontà di ricostruire davvero un sistema sanitario efficiente e vicino alle persone».

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