
Il tribunale di Taranto ha condannato per omicidio colposo due funzionari della Provincia di Taranto e un imprenditore, ritenuti responsabili della morte dei castellanetani Alessandro Ciulli e Vito Giandomenico, avvenuta il 26 dicembre del 2005.
Molti ricorderanno quella maledetta notte tra Natale e Santo Stefano. Alessandro e Vito (a bordo della Lancia Y c'era anche Aurelio Di Lena, che rimase solo ferito), all'epoca ventenni, festeggiarono in discoteca, al Cromie, e mai avrebbero immaginato di trovare la morte in un canale a margine della provinciale 12: la loro auto perse aderenza, sbandò e finì fuori strada, dove le piogge avevano ingrossato i terreni rendendoli una palude. Fu un altro castellanetano, Matteo Di Giorgio, pubblico ministero di turno quella notte, ad aprire l'inchiesta che dopo dieci anni ha prodotto questa sentenza.
Adalberto Leggieri e Michele Bellavia, rispettivamente ingegnere responsabile del settore Manutenzione Strade e Segnaletica della Provincia e geometra direttore dei lavori, sono stati condannati a un anno e due mesi di reclusione, mentre Salvatore Del Prete a otto mesi, pene tutte sospese. Ai tre sono state contestate varie responsabilità.
Bellavia e Del Prete, infatti, sono stati accusati di aver rimosso la segnaletica che impediva il transito sulla provinciale 12 (come da ordinanza del presidente della Provincia, la nr. 70 del 2 dicembre 2014, mai revocata secondo il pm), sostituendola con un'altra che, invece, lo consentiva in assenza di allagamenti; una condotta, in sostanza, che avrebbe indotto il conducente dell'auto in inganno spingendolo a percorrere la provinciale 12, priva tra l'altro di adeguati sbarramenti. Per Leggieri, invece, l'accusa di omesso controllo sull'operato degli altri due condannati, insieme ai quali è stato accusato anche di aver omesso, nel corso dei lavori effettuati sulla provinciale 12 in quel periodo, la predisposizione di un guard-rail nel punto in cui la strada si intersecava con il canale di bonifica dove finì l'auto dei ragazzi.
Leggieri, Bellavia e Del Prete, inoltre, difesi dagli avvocati Fabrizio Lamanna, Angelo Masini e Alessandro Iacobellis, sono stati condannati al risarcimento del danno alle parti civili (costituite in giudizio tramite gli avvocati Giuseppe Mariani, Francesco Paolo Garzone e Alessandro Russo), che sarà quantificato in un processo a parte, e al pagamento delle spese processuali e di una provvisionale di 80mila euro.
Francesco Tanzarella
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