Compariranno stamane dinanzi al gip per l’interrogatorio di garanzia i tre massafresi tratti in arresto ieri e trasferiti in carcere con l'accusa di tentato omicidio di un 22enne di origine pakistana, colpito il 13 settembre scorso in via Mazzini a Massafra da un colpo di pistola all'addome.
Si tratta di padre e figlio di 38 e 20 anni e di un 24enne, tutti residenti a Massafra.
I militari dell’Arma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Giovanni Caroli su richiesta del pubblico ministero Francesco Sansobrino che ha coordinato l'inchieste per ricostruire l’intera vicenda.
Gli accertamenti dei carabinieri hanno permesso di svelare che in realtà la vittima, successivamente operata d’urgenza per l’asportazione totale della milza, non era il vero bersaglio dei tre massafresi: l'obiettivo del commando era infatti un connazionale del 22enne che poche ore prima avrebbe molestato una donna conosciuta da uno dei tre indagati.
Le pagine della Gazzetta del Mezzogiorno di oggi hanno reso noto altri dettagli: il vero bersaglio della spedizione punitiva sarebbe stato contattato telefonicamente e minacciato in piena notte, ma il feroce blitz avrebbe poi sbagliato destinazione.
I tre evidentemente, non hanno fatto differenza tra i due stranieri, e uno di loro ha aperto il fuoco contro la persona sbagliata. «Mi hanno visto attraverso la vetrata della porta e mi hanno guardato in faccia prima di spararmi» ha dichiarato la vittima ai carabinieri.
Le indagini sono state supportate dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona che hanno prima ripreso il gruppo dei tre in quei momenti e poi immortalato uno degli aggressori mentre raggiungeva l’abitazione della vittima e collocava una pistola dietro al suo pantalone.
I tre indagati sono difesi dagli avvocati Rosario Levato e Ignazio Dragone.
Le notizie del giorno sul tuo smartphone
Ricevi gratuitamente ogni giorno le notizie della tua città direttamente sul tuo smartphone. Scarica Telegram e clicca qui