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Taranto senza parcheggi e attività in crisi? Per D'Errico urge una mobilità diversa

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«Parcheggiare nel Borgo Umbertino di Taranto, a ridosso della bellissima ma mai definitivamente recuperata Città Vecchia, non è soltanto complicato: è semplicemente impossibile». È un atto d’accusa duro e circostanziato quello dell’avvocato Francesco D’Errico, coordinatore cittadino dell’Unione di Centro di Taranto, che punta il dito contro l’assenza di una strategia chiara in tema di mobilità urbana.

«La situazione è talmente critica - continua D’Errico - che ormai in tanti rinunciano a raggiungere quelle zone del capoluogo con mezzi privati. Il risultato è un danno crescente per le attività commerciali che si trovano, sia al di là che al di qua del Ponte Girevole, con affari in caduta libera. Taranto paga, in modo drammatico, l’assenza di un Piano del traffico degno di questo nome».

Il coordinatore cittadino UDC sottolinea come Taranto, a differenza di altre città italiane di pari dimensioni, non disponga di strutture adeguate alla domanda: «Tra le grandi città italiane, con una popolazione media attorno ai 200 mila abitanti, il nostro capoluogo è l’unico a non avere un autosilo sviluppato in altezza nei pressi del centro. È un’anomalia che ha del clamoroso». Eppure, osserva D’Errico, Taranto avrebbe anche una straordinaria opportunità che altre città non possono vantare: il mare.

«Siamo la città dei due mari - afferma il coordinatore UDC - eppure non sfruttiamo questa peculiarità per incentivare una mobilità alternativa tra i quartieri. Penso ai collegamenti via mare, sul modello delle città olandesi che da oltre vent’anni usano la navigabilità dei canali per decongestionare il traffico. Anche questo significa essere una Smart City, una città intelligente. Non basta adottare lo slogan, bisogna concretizzarlo».

Per D’Errico la visione deve essere complessiva: «Serve una mobilità inclusiva e moderna. Serve la realizzazione di parcheggi, pubblici e privati, con tariffe calmierate sulle strisce blu, da abbassare rispetto a quelle attuali. Sarebbe un atto non solo sociale, ma anche ambientale: perché una città congestionata è una città inquinata. E Taranto vive da sempre su un crinale fragile tra produttività e sostenibilità».

Non manca, infine, un richiamo ai prossimi appuntamenti di grande rilievo che interesseranno la città: «I problemi legati alla viabilità e alla sosta diventeranno insostenibili con l’arrivo di eventi di portata regionale e internazionale. Penso alla prossima edizione del Medimex, e soprattutto ai Giochi del Mediterraneo del 2026. Non possiamo permetterci di arrivare impreparati. È la mobilità a fare grande una città. Altrimenti - conclude D’Errico - Taranto rischia di restare troppo disorganizzata per ambire a un posto di rilievo nel panorama nazionale e mediterraneo».

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