Mottola piange per la scomparsa di Gianvito Caldararo, protagonista della storia politica locale, venuto a mancare improvvisamente stamane a soli 75 anni.
Per tutti Gianvito era il Partito Socialista, che ha servito ininterrottamente sin dal 1966 da politico verboso e tenace. Il suo era un bel curriculum. Vicesindaco di Mottola dal 1975 al 1980. Vicepresidente della Provincia di Taranto dal 1980 al 1985. Candidato alla Camera nel 1979, e poi tanti incarichi che sarebbe impossibile riassumere in quattro righe. "Devoto" a Bettino Craxi, ogni anno il 19 gennaio faceva affiggere sui muri di Mottola un messaggio in ricordo dello storico leader socialista morto ad Hammamet.
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Ma Caldararo era soprattutto un uomo appassionato. Infaticabile e appassionato di tante cose. Pubblicava ogni giorno sui suoi profili social lunghe dissertazioni di natura politica, storica, sociale e legale, che era diventata la sua passione negli ultimi anni. Per molti osservatori sarebbe stato un sindaco perfetto, anche e soprattutto in questo periodo di passioni deboli. La storia, anche quella locale, non si fa con i se, ma in questa idea c’è molto di vero.
Sposato con Tonia e padre di due figlie, Caldararo era stato un funzionario del Banco di Napoli, lavorando in diverse filiali in giro per la Puglia e dirigendone altrettante, tra le quali anche Castellaneta e Palagiano. Dal giorno della pensione era diventato il pungolo che spesso dilagava in aperto conflitto con gli amministratori locali. Un gesto che, immaginiamo, mancherà anche ai suoi più accaniti bersagli.
Pochi mesi fa aveva riferito di aver terminato un libro di memorie, intitolato «Da via Diaz alla Camera». Il testo avrebbe raccontato la sua parabola politica e umana: dalla via in cui era nato nel 1949 fino alla Camera dei Deputati, solo sfiorata come terzo dei non eletti.
Ne avrebbe avuto da raccontare. Gli inizi, i successi politici, gli anni ruggenti, l’avvento del mondo nuovo. Ma anche la penuria degli ultimi anni, nei quali era incredibilmente riuscito a tenersi a galla. Caldararo, infatti, si era candidato per l’ultima volta al consiglio comunale nel 2017. Voleva dare una mano al suo amico Diego Ludovico. Non ce la fece, ma in piedi sul palco, col microfono tra le mani, con quella criniera di capelli bianchi sembrava un leone nella foresta. Tanto era a suo agio.
Un po’ tutti avranno nostalgia di Caldararo. A cominciare dal mondo della politica, che ha servito con onore per tutta la vita. E poi la famiglia che adorava, gli amici con i quali chiacchierava a lungo ogni sera. Non ha fatto in tempo ad assistere alla resurrezione di un nuovo Partito Socialista, lui che quella tessera non l’ha stracciata mai. Ma un fiore sboccerà sicuramente sulla sua tomba. Un fiore spavaldo e luccicante. E sarà un garofano rosso. Peccato sia troppo presto per l’arrivo della primavera.
I funerali di Gianvito Caldararo si terranno domani, venerdì 13 dicembre, alle 16 nella chiesa San Pietro Apostolo di Mottola.
IL NECROLOGIO DI GIANVITO CALDARARO
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