
Dopo l’importante progetto per sondare il comportamento dei vulcani, l’astrofisica massafrese Alessandra Cofano è stata nuovamente impegnata – come terza autrice – nella realizzazione di un rilevante articolo pubblicato questa volta dalla prestigiosa “Nature Astronomy” (https://www.nature.com/articles/s41550-023-02107-5).
In estrema sintesi, come si legge sul sito dell’ASI (l’Agenzia Spaziale Italiana), un gruppo di ricercatrici e ricercatori guidato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) ha usato le misure infrarosse ad alta risoluzione spaziale dello strumento italiano Jovian InfraRed Auroral Mapper (JIRAM) a bordo della sonda NASA Juno per studiare la composizione superficiale di Ganimede, la maggiore delle lune del sistema di Giove e il satellite naturale più grande del Sistema Solare. Con questo studio, i ricercatori provano a dimostrare che anche Ganimede in passato potrebbe avere avuto un oceano a diretto contatto con un mantello, perciò potrebbe essere stato abitabile.
I sali minerali e i composti organici identificati con la tecnica della spettroscopia sfruttata da JIRAM, e la loro relazione con le caratteristiche geologiche dell’area esplorata, suggeriscono che questi siano il fossile di un esteso scambio tra acqua liquida e mantello roccioso avvenuto fino ad un certo punto della storia del satellite.
I risultati di JIRAM anticipano le estese misure che verranno svolte con lo strumento MAJIS della missione JUICE (verso i satelliti gioviani, alla ricerca di tracce di vita) alla quale l’Italia (e per estensione anche Massafra) ha fornito un contributo fondamentale.
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