
Disse il marito alla moglie: «Sto uscendo, che dici, me lo metto il cappello?» Lei rispose: «Sì, mettilo... non si sa mai!»
Novembre è solo in apparenza un mese buio e triste, da dimenticare. Durante la seconda decade si registrano spesso delle bellissime giornate di sole. Tant'è che si parla di "estate di san Martino". Ed è proprio un bel periodo perché, mentre i frantoi sono in piena attività, si ha occasione di assaggiare il vino novello; il mosto già fermentato ha perso ormai il fondo dolciastro dell'uva assumendo i sentori di vino, il quale prenderà poi struttura qualche mese più in là.
Ma a san Martino a noi piace ricordare i cornuti! Infatti san Martino è il loro protettore, perché tradizione vuole che in questa giornata si tenessero diverse fiere con bestiame dotato di corna.
La Festa dei Cornuti è un'antica tradizione che quest'anno, manco a farlo apposta, cade di mercoledì! Nel "paese degli artisti", l'11 novembre i cervi nostrani hanno il loro momento di notorietà. In realtà quest'anno la loro giornata inizia prestissimo con una colazione molto frugale, perché c'è il mercato settimanale e bisogna correre alle bancarelle delle "robe americane". La mazzata arriva poi a pranzo: pasta al burro! Un classico della cucina fedifraga. Per fortuna ci sarà il tempo per rilassarsi: in serata arrivano le allegre bisbocce. All'insegna dell'ironia, una bella e colorata sfilata di noti e premiati Cornuti Cittadini si snoda per le vie cittadine bussando alla porta dei cornuti. Poi arriva su via Roma e quindi finisce in bellezza con la Cena dei Cornuti. (vedi menu)
È ormai tradizione che - a perenne ricordo delle scappatelle delle loro mogli, compagne e fidanzate - i cornuti autoctoni sfilino con in testa il cappello rosso d'ordinanza. Il rituale prevede anche la celebrazione del battesimo, a segnare l'iniziazione e l'ingresso dei nuovi adepti nel gruppo. Essi aprono il corteo come "freschi di corna", con le loro punte lucide e sfavillanti. Subito a seguire i "cornuti e mazziati" della situazione, con le loro corna scamosciate. Nelle retrovie si sistemano i "cornuti e contenti" cioè quelli che nonostante un tradimento confessato fanno finta che nulla sia successo e che, quindi, sono i pluridecorati dell'allegra brigata con anni di corna cimate come i palchi di un alce canadese. A chiudere ci sono i "veterani", cioè ex cornuti ora in quiescenza per cessata attività della infedele di turno!
Il bello è che ci sono pacche sulle spalle, applausi ironici, sorrisetti beffardi, sonore pernacchie e fischi all'italiana da parte di chi canzona quelle autentiche corna ignorando le proprie! Perché in realtà nessuno ne è esente.
In tutto questo la banda intona allegre marcette e sulla piazza del Municipio il corteo si scioglie davanti a un fantoccio rigorosamente cornuto da bruciare in un rogo purificatorio, gridando l'un l'altro e tutti insieme: LE CORNA CHE TIENI! Dopo ci si sfoga con succulente libagioni, come se fosse Martedì Grasso. Quindi un menù variegato con piatti in cui si contemplano soltanto animali cornuti...
Cosimo Putignano
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