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L'ALTARE DELLA REPOSIZIONE

L L'ALTARE DELLA REPOSIZIONE | © Massafra

L'Altare della Reposizione, popolarmente detto Sepolcro, è il luogo in cui viene riposta e conservata l'Eucaristia dal termine della Messa in “Coena Domini” del Giovedì Santo, fino alla Celebrazione della Passione del Signore del Venerdì Santo. Le Sacre Specie del Pane vengono così riposte per essere adorate fino alla mezzanotte e per distribuire la Santa Comunione nella Celebrazione della Passione del giorno seguente.



È tradizione che nelle chiese gli altari della reposizione siano addobbati in modo solenne, con composizioni floreali o altri simboli, in omaggio all'Eucaristia e per invitare i fedeli all'adorazione.

Dalla Storia liturgica
In considerazione che nella celebrazione del Venerdì Santo non si consacrava, era necessario conservare l'Eucaristia il Giovedì Santo per la Comunione del giorno seguente. Nell'antica liturgia romana le Sacre Specie rimaste al termine della Messa del Giovedì venivano conservate in un cofanetto e depositate in sacrestia, senza particolari segni di onore. Il giorno seguente, all'inizio della celebrazione, il cofanetto veniva presentato al pontefice, dopo il suo ingresso, e questi venerava per qualche istante le Sacre Specie, che erano poi portate in presbiterio per essere deposte nel calice del vino consacrato al momento della frazione.

È tra il XIII e il XV secolo che, in relazione con lo sviluppo della devozione al Santissimo Sacramento, la Santa Riserva riceve onori particolari, e prende piede la traslazione solenne di ciò che resta delle Sacre Specie e la sua riposizione in un tabernacolo provvisorio, dove esse vengono adorate prima di essere prelevate per la Comunione del giorno seguente. Tale sviluppo si ebbe soprattutto a partire dalla seconda metà del XIII secolo, quando Papa Urbano IV estese a tutta la Chiesa la celebrazione della festa del Corpus Domini (11 agosto 1264). Il "tabernacolo provvisorio" del Giovedì Santo divenne allora l'occasione per manifestare la devozione all'Eucaristia.

Ma quando la celebrazione del Giovedì Santo adottò nella sua liturgia taluni segni di tristezza, quali l'abolizione del suono dell'organo e delle campane, il "tabernacolo provvisorio" fu stranamente considerato da parecchi fedeli - e ciò con insistenza - il sepolcro di Cristo, sebbene la Chiesa non ne avesse ancora celebrato la morte. In certe Chiese, ad esempio in Gallia, fecero la loro comparsa delle celebrazioni della sepoltura di Cristo, imitando in tal modo la liturgia della Chiesa Bizantina.

In tale situazione, la spogliazione dell'altare (era uso corrente togliere la tovaglia dall'altare) divenne un simbolo dello spogliamento di Cristo sulla croce; secondo certe consuetudini, due accoliti posti ciascuno ai lati dell'altare tiravano la tovaglia ad modum furentis ("in maniera furiosa") per simulare la spartizione della tunica di Cristo.

don Michele Marco QUARANTA
parroco di San Leopoldo - Massafra

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