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Firma elettronica e firma digitale: che differenza c'è?

Firma elettronica e firma digitale: che differenza c'è? Firma elettronica e firma digitale: che differenza c'è?

Nella vita quotidiana – specie nel mondo del lavoro – capita sempre più spesso di ricorrere a software ed applicazioni per svolgere compiti in maniera più rapida ed efficiente. In particolare, in ufficio e nelle aziende, espressioni come firma elettronica e firma digitale sono ormai diventate di uso comune: è importante saper distinguere questi due strumenti e conoscere per bene le caratteristiche ed il campo di applicazione di ciascuno di essi.

Per chi non lo sapesse firma elettronica e firma digitale non si riferiscono allo stesso “oggetto”. Nonostante in molti credano che i due termini siano sinonimi in realtà si tratta di sottoscrizioni informatiche ben distinte, che divergono da un punto di vista sia tecnico che giuridico. Quindi è opportuno utilizzare l’una o l’altra tipologia: vediamo insieme quando e perché.

Il processo di digitalizzazione

 

Il processo di digitalizzazione in atto da alcuni anni sta aiutando a snellire la burocrazia. Grazie a strumenti come la firma digitale, cittadini e imprese hanno la possibilità di autenticare un documento senza doverlo firmare manualmente. Per fruire di tale opportunità è però necessario rivolgersi ai provider autorizzati, tramite i quali è possibile valutare le opzioni più adatte alle proprie esigenze. Come, ad esempio, questo servizio di letterasenzabusta.com, sito tra i più noti del settore che consente di attivare la firma digitale con una procedura rapida e gratuita.

Una volta compreso lo scopo generale di tali strumenti, entriamo più nel dettaglio e scopriamo quali tipologie di sottoscrizione informatica sono previste in Italia e in Europa al giorno d’oggi.

Le tre tipologie di firma elettronica

 

Come sancito dal Regolamento UE n. 910/2014, vi sono tre tipi di firma elettronica:

Firma elettronica semplice

La firma elettronica semplice – la più comune, ma anche la più debole tra le tre tipologie esistenti – è priva di strumenti che possano garantirne l’autenticità, in quanto non prevede l’uso di PIN, né della classica combinazione composta da username + password. Di conseguenza, il valore probatorio del documento cui essa fa riferimento dev’essere “ricostruito”, di volta in volta, da un giudice, tenendo conto dei principi di sicurezza, integrità e conformità all’originale.

Firma elettronica avanzata

Come si può intuire dalla sua stessa dominazione, la firma elettronica avanzata costituisce un passo in avanti rispetto a quella semplice, poiché permette di stabilire univocamente:

  • l’identità del soggetto firmatario (attraverso una fase di riconoscimento diretto che avviene, per esempio, mediante la tecnologia SelfID);
  • l’integrità del documento, nonché l’impossibilità di effettuare modifiche in seguito all’apposizione della firma stessa.

Un esempio di firma elettronica avanzata utilizzata in diversi contesti, tra cui in banca, nella logistica e nelle assicurazioni, è la firma grafometrica eseguita per mezzo di un tablet.

Firma elettronica qualificata

La firma elettronica qualificata offre ulteriori garanzie rispetto alla seconda tipologia e, ad oggi, è considerata la sottoscrizione informatica più forte che si possa apporre su un documento.

Questa modalità necessita di un apposito hardware, ad esempio un lettore smart card USB o un token, e si fonda su un certificato rilasciato da un’autorità. Tutto ciò permette di assicurare sia l’autenticità e l’assenza di modifiche al documento, sia l’identità dell’utente firmatario.

​​​​​​​digitale: cos’è?

La definizione di firma digitale ci viene fornita dal Codice Amministrazione Digitale, che all’art. 1 recita: “si tratta di un particolare tipo di Firma Elettronica Avanzata basata su un certificato qualificato e su un sistema di chiavi crittografiche, una pubblica e una privata, correlate tra loro, che consente al titolare tramite la chiave privata e al destinatario tramite la chiave pubblica, rispettivamente, di rendere manifesta e di verificare la provenienza e l’integrità di un documento informatico o di un insieme di documenti informatici”.

Un tipico esempio è dato dalla chiavetta USB rilasciata da alcuni istituti bancari per l’esecuzione di bonifici online ed altre operazioni. La quale serve a generare, ogni volta, una nuova sequenza numerica che rimane attiva per un tempo limitato e si autoelimina al termine di tutti i passaggi.

Ricordiamo, comunque, che la firma digitale è valida solamente sul territorio italiano.

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