Tribunale di Taranto
Quattro anni di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali. Per l’imprenditore castellanetano Vito Fortunato Pontassuglia è terminato con una condanna per corruzione aggravata il processo legato al conseguimento di erogazioni pubbliche da parte della cooperativa agricola “Antonio Segni per l’Occupazione Giovanile” di Palagiano di cui all’epoca dei fatti era presidente.
Pontassuglia è stato riconosciuto colpevole in primo grado di aver ricompensato il funzionario regionale Pasquale Notaristefano dell’ottenimento dei fondi con l’inserimento del suo nominativo tra i soci fondatori de “Le Saline”, un’associazione di fatto costituita da Pontassuglia per svolgere attività di collaborazione con la cooperativa “Antonio Segni”. l’imprenditore, insieme a Notaristefano e l’ex presidente della cooperativa Nicola Elefante, era imputato anche per altri reati oggi estinti per prescrizione. Dall’accusa di truffa, invece, era stato prosciolto in udienza preliminare.
I fatti risalgono al febbraio 2020, quando Pontassuglia fu accusato di aver prodotto false attestazioni, avallate dal funzionario per ricevere contributi regionali per la sua cooperativa agricola. Il gip del tribunale di Taranto nel 2020 emise un decreto di sequestro per beni mobili e immobili poi restituiti dal tribunale.
Per Pontassuglia, difeso dagli avvocati Fausto Soggia e Angelo Loreto, il pm Remo Epifani ha chiesto 4 anni di reclusione: il tribunale ha confermato la richiesta e l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici. Un giudizio civile stabilità i danni da versare alla Regione Puglia. Per gli altri imputati, difesi dagli avvocati Soggia, Loreto, Egidio Albanese e Giovanni Vinci, è stata dichiarata la prescrizione.
Le notizie del giorno sul tuo smartphone
Ricevi gratuitamente ogni giorno le notizie della tua città direttamente sul tuo smartphone. Scarica Telegram e clicca qui
