
Sono residenti tra Laterza, Taranto, Montescaglioso e Matera le otto persone arrestate all'alba dagli uomini della Mobile della questura lucana ritenute responsabili di tentato omicidio, tentata estorsione, detenzione e porto illegale di materiale esplosivo e armi.
All'appello mancherebbe una nona persona, Antonio Giannini di 38 anni che, per ora, sarebbe latitante.
{source}
<iframe class="rep-video-embed" src="http://video.repubblica.it/embed/cronaca/matera-attentati-al-tritolo-8-arresti/170928/169448&width=640&height=360" width="640" height="387" frameborder="0" scrolling="no"></iframe>
{/source}video fonte: repubblica.it
Destinatari delle attenzioni del sodalizio, secondo gli investigatori, due imprenditori, il proprietario di una struttura ricettiva di Matera ed uno di Laterza, entrambi intenzionati a partecipare ad una gara per la gestione di Villa dei Principi, nota sala ricevimenti laertina in amministrazione controllata. Il gruppo già da un po' di tempo aveva messo gli occhi sulla struttura.
Sarebbe stato l'imprenditore materano a parlare con la polizia. Dopo un anno di indagini, il tentativo estorsivo è terminato all'alba con l'operazione "Tritolo" e l'arresto di Egidio Apollinare di 47 anni, Filippo Carbotti di 50, Marco Carenza di 29, Stefano Clemente di 23, Vincenzo Clemente di 50 anni, Matteo Ditaranto 58enne, Cosimo Damiano Morrone di 59 anni e Michele Mottolese di 34 anni.
Almeno 5 gli episodi, via via sempre più gravi, messi in atto dal gruppo che non si sarebbe fatto scrupoli nel lanciare bombe carta contro i guardiani della sala ricevimenti di Matera. L'ultimo episodio è di una bomba di 1,6 chilogrammi di tritolo non esplosa solo grazie a uno dei guardiani che era riuscito a disattivare la miccia già accesa.
Gli arresti sono stati disposti dal gip di Matera, Angela Rosa Nettis, su richiesta del pm Salvatore Colella.
Le indagini sono arrivate ad una svolta quando gli investigatori hanno appreso di un piano omicida che la banda stava ordendo nei confronti dell'imprenditore laertino: le perquisizioni infatti hanno portato al rinvenimento nel territorio di Laterza di una moto, un casco, due pistole, una calibro 9 ed una 7,6, e munizionamento che sarebbero serviti al killer per portare a termine il progetto.
«Il gruppo malavitoso è stato fermato per tempo grazie alla grande intelligenza investigativa unita alla massima disponibilità a collaborare con gli investigatori in maniera trasparente da parte delle vittime», ha affermato il Procuratore capo della Repubblica Celestina Gravina.
Intercettazioni ambientali e vigilanza 24 ore su 24, con questi strumenti la polizia è riuscita a mettersi sulla pista giusta e a seguire le azioni criminali della banda.
Federica D'Onghia
Le notizie del giorno sul tuo smartphone
Ricevi gratuitamente ogni giorno le notizie della tua città direttamente sul tuo smartphone. Scarica Telegram e clicca qui