Alfredino Cellamare
L’ex vicesindaco di Castellaneta Alfredo Cellamare è stato prosciolto dall’accusa di abuso d’ufficio a seguito dell’abolizione del reato sopravvenuta per effetto della riforma voluta dal ministro della Giustizia Carlo Nordio.
Il processo a suo carico riguardava la proroga della gestione del campo sportivo «D’Onghia» di Castellaneta Marina.
A seguito dell'entrata in vigore della norma che abolisce l'abuso d'ufficio, il suo difensore, l'avvocato Giuseppe Chielli, aveva chiesto l'assoluzione «perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato». L’avvocato Francesco Paolo Garzone, difensore del Comune di Castellaneta costituitosi parte civile, aveva invece proposto la questione di legittimità costituzionale della norma che abolisce questo reato, chiedendo di rimettere la decisione alla Corte costituzionale. Lo scorso 17 febbraio, però, il tribunale collegiale di Taranto ha respinto la questione di incostituzionalità proposta, pronunciando per l'ex vicesindaco sentenza di assoluzione.
«Sono sempre stato sereno perciò per me questa non è affatto la fine di un incubo» ha chiarito Cellamare. «Ho sempre agito nel rispetto della legge perciò non avrei avuto alcun problema ad attendere la conclusione del processo e una mia scontata assoluzione.
Allo stesso tempo, non dimentico la macchina del fango azionata mediaticamente nei miei confronti: una parte della sinistra castellanetana ha più volte scelto di accusarmi e screditarmi pubblicamente con lo scopo di distruggermi politicamente e psicologicamente. Non ce l’hanno fatta e a questa gente, povera di abilità politiche e di umanità personale, rispondo con il mio solito sorriso.
Oggi si chiude un triste capitolo che in molti avrebbero voluto non leggere. Ora guardo avanti con rinnovato entusiasmo mettendomi a disposizione della comunità che amo, in qualunque ruolo i cittadini mi consentiranno di ricoprire». Preludio di una sua candidatura alle prossime Regionali?
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